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Quando il ritocchino fa vivere meglio

L’ipse dixit del dr. Segreto

La chirurgia estetica, oggi più che mai,  risponde al bisogno di superare complessi e insicurezze. Il“ritocchino” è sempre più richiesto. “La chirurgia estetica deriva dal desiderio di “empowerment psicologico”: guardarsi allo specchio e piacersi di più, superare quello che viene percepito come un proprio limite”, racconta il Dr. Francesco Segreto, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.“In alcuni casi il difetto è correlato ad una singola area anatomica (ad esempio il naso o il seno) in altri casi ha invece un vero e proprio contenuto emozionale (“vorrei sembrare meno stanca, vorrei un’espressione più decisa etc”)”, continuail medico. 

Dottore, le capita di dire di no?Si, e spesso anche. In medicina estetica sono spesso pazienti iper-trattate in precedenza, o in cui si è provato a risolvere la lassità dei tessuti del volto iniettando grandi volumi di filler. In chirurgia sono pazienti talora affette da dismorfofobia, ossia una preoccupazione enorme legata alla percezione di uno o più difetti fisici inesistenti o lievi. In questi casi dico sempre di no e, quando possibile, cerco di far comprendere alla paziente la direzione giusta da seguire.

Qual è il ruolo dei social network?Oggigiorno è ambivalente. Sicuramente utili per certi versi, perché permettono al chirurgo di veicolare informazioni e consentono ai pazienti di apprezzarne il gusto estetico, i risultati e, talora, anche la personalità. In alcuni casi sono invece controproducenti. I filtri ed il desiderio di apparire perfetti possono creare una sensazione di bisogno dove non c’è, oppure far desiderare un qualcosa di tecnicamente irraggiungibile. Bisogna poi fare attenzione poiché, nell’universo social, la fonte di informazioni non sempre è attendibile ed alcune procedure sono pubblicizzate o banalizzate come prodotti da acquistare in supermercato. Per cui, i social network possono contribuire alla scelta del chirurgo ma non devono essere l’unico parametro.

Cosa ama del suo lavoro?La chirurgia estetica non è una chirurgia come le altre. E’ un misto di scienza, arte e personalizzazione che vanno declinate di volta in volta sul singolo caso. L’intervento chirurgico deve essere tecnicamente perfetto, ma allo stesso tempo adattato per garantire naturalezza ed armonia. Si tratta inoltre di procedure dalle grandissime ricadute psicologiche, per cui bisogna sempre considerare il paziente nella sua dimensione umana e psichica.

Partito da zero, le sono stati assegnati diversi premi, è una presenza costante sui palcoscenici scientifici internazionali, è stato intervistato da alcune delle più importanti testate italiane ed ha migliaia di pazienti che si affidano a lei ogni anno. Cosa c’è dietro tanto successo?Una passione infinita, tanto lavoro ed una grande disponibilità nel mettersi al servizio dei pazienti. Le capacità tecniche e l’ossessione per i dettagli rendono un professionista credibile ma è l’accessibilità che lo rende anche affidabile. C’è un grande impegno quotidiano nel mantenere la dimensione umana di questo lavoro. Spesso mi capita di rispondere personalmente a telefonate, messaggi o mail in orari improponibili. Ma ne sono contento, perchè i pazienti che si affidano a me sanno che saranno accompagnati in sicurezza nel loro percorso di rinascita, con dedizione e disponibilità costanti.