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Roma, polmonite fatale per una donna. Accuse al compagno: l'ha lasciata morire
Fausto Chiantera, 43 anni, deve rispondere di omicidio volontario aggravato oltre che di cessione di stupefacenti, lesioni e maltrattamenti
Relazione tossica finisce in tragedia. La madre della vittima lasciata morire di polmonite: "Aveva paura"
“Dopo i primi tre mesi di convivenza - ha raccontato la madre ai giudici mercoledì - era tornata a casa. Diceva che era lui che l’aveva introdotta all’uso di psicofarmaci. Aveva paura di essere drogata e per questo, quando è tornata per 5 giorni da lui, non ha mai bevuto nulla che le fosse offerto. Noi la vedevamo che era sempre rallentata nel parlare, non era lucida, ma ci diceva di andare via”. Dai ricordi affiora un soccorso dei genitori del novembre 2020: la vittima invia una foto con un occhio tumefatto, mamma e papà la vanno a riprendere a casa del mostro dopo aver chiamato al 112. Ma la manipolazione è in stato avanzato: la coppia non si spezza.
L’ultimo incontro tra madre e figlia è datato dicembre 2021: “Abbiamo pranzato, ci siamo abbracciate e dette ti voglio bene e appena finito di mangiare voleva andare via di corsa perché l’imputato la aspettava. A Capodanno ci ha telefonato dicendo che ci chiamava di nascosto per farci gli auguri perché non voleva far sapere a lui che stava riavendo contatto con noi. In quella occasione ci aveva detto che lui le aveva preso i soldi dal bancomat”. Quindi la speranza del trasloco a Tenerife, comunicato ma mai arrivato. Infine la chiamata: “Vostra figlia è morta”.
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