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Rometta, il piagnisteo tramuta la sconfitta in vittoria: si salva Mourinho

Di Giuseppe Vatinno

L'ennesima sconfitta della Roma di ieri è stata da molti considerata come una vittoria, ma così non è. L'analisi

Il Siviglia vince l'Europa League. Nonostante Mourinho, torna la "rometta"

Ieri sera, alla Puskás Aréna di Budapest, è andato in onda l’ennesimo psicodramma di una squadra che non riesce a fare il salto di qualità dopo la vittoria lo scorso anno nella esordiente Conference League. Una Roma che quando c’è da tirare fuori gli attributi ha le gambe molli e perde tutte le finali ai calci di rigore.

Era già successo in quella della Coppa dei Campioni con il Liverpool e in una finale di Coppa Uefa con l’Inter. L’arrivo di José Mourinho, il più grande allenatore del mondo, ha cambiato molto ma non ha potuto fare il miracolo. Il materiale umano è quello che è e su questo si deve lavorare per il futuro. L’unico che si salva è Paulo Dybala, talentuoso giocatore argentino campione del mondo, ma in una squadra di sostanziali brocchi non basta.

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Dopo il primo tempo conclusosi sull’1 a 0 per i giallorossi, grazie proprio ad un bellissimo goal di Dybala al 35’, nel secondo tempo la Roma ha subìto la voglia di vincere del Siviglia che così pareggia grazie ad una asinata di Mancini che fa un clamoroso autogoal. Finisce 1 – 1 e si va ai supplementari che durano una infinità di tempo, Siviglia – Roma alla fine risulterà la partita più lunga mai giocata. Ma anche nell’extra – tempo il risultato non cambia.

E così si va ai rigori e non alla “lotteria dei rigori” come la vulgata li chiama. Non si tratta infatti di nessuna lotteria ma di nervi saldi e determinazione che i giallorossi, come al solito, non posseggono e così Mancini, sempre lui, e Ibanez sbagliano regalando la settima Europa League o meglio Coppa Uefa agli spagnoli che vincono per 5 a 2. Tra parentesi Ibanez si era mangiato un goal già fatto sbucciando la palla.