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Salario minimo, la linea Meloni piace all'Ue: "non per legge, ma per CCNL"
La linea del governo di Giorgia Meloni piace all'Unione europea, che invita a utilizzare lo strumento della contrattazione collettiva
Anche il presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese), Oliver Röpke, ex direttore dell'ufficio di Bruxelles della Confederazione austriaca dei sindacati, non chiude al salario minimo ma insiste sull'ampliamento della contrattazione per arrivare a salari equi e dignitosi. ''Mentre l'introduzione di salari minimi può essere una misura efficace (ad esempio in Germania), credo fermamente nel potere della contrattazione collettiva!'', sottolinea.
''L'Ue e i suoi Stati membri dovrebbero fare tutto il possibile per sostenere le parti sociali e i processi tripartiti, rafforzando solide relazioni industriali e accordi collettivi che assicurino salari adeguati''. Dopo la reazione delle opposizioni alla luce dell'incontro a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni ha spiegato la sua posizione in un'intervista pubblicata sui principali giornali: ''Io non mando la palla in tribuna - afferma la presidente -. Ho presentato una proposta precisa dando al Cnel 60 giorni prima della legge di Bilancio per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero, che magari per alcune categorie può prevedere anche il tema del salario minimo''.
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Cita le opposizioni la premier, affermando che anche ''loro ti dicono 'siamo consapevoli che il salario minimo non risolve il problema del lavoro povero, ma vogliamo andare avanti con la raccolta di firme'. A me viene il dubbio - aggiunge - su chi voglia davvero combattere il lavoro povero. Io il mandato al Cnel lo do lo stesso, poi vediamo cosa esce''.