Il Sociale

Difesa delle donne, i piedi un'arma efficacissima per colpire

Quando si viene aggrediti la prima cosa che viene di istinto fare è tentare di liberarsi. Per esempio, se qualcuno ci prende per il collo, il primo istinto è quello di tentare di rimuovere la presa che ci stringe. Questa tentativo di difesa può essere una mossa efficace se chi subisce ha più forza dell’aggressore, ma se a subire violenza è una donna raramente, per non dire mai, questa è più forte fisicamente di lui. E’ inutile reagire con forza contro qualcuno che ha più forza, meglio agire di astuzia. Ecco cosa può essere utile fare.

Ognuno di noi agisce di istinto, specialmente quando è in situazione di pericolo. In caso di aggressione la prima cosa che ci viene di istinto fare quando qualcuno ci blocca è tentare di liberarsi. Ma se l’aggressore è più forte è non solo inutile ma dannoso, perché la reazione inefficace fa sprecare alla vittima energie inutili e secondi preziosi. Meglio agire di astuzia. Il principio è che una difesa a fronte di una offesa può essere non efficace, mentre una reazione offensiva ad una aggressione, è vincente, perché crea le necessarie premesse per una difesa efficace. Difendersi e basta significa subire, difendersi colpendo significa reagire. In base a questo principio abbiamo visto nei precedenti articoli come reagire colpendo al volto, in particolare quando una donna subisce una presa al collo o comunque in una parte alta del busto. Ma non abbiamo solo le mani per difenderci, molto utili per colpire sono ginocchia e piedi. Concentriamoci sui piedi, ovvero sui calci. Nell’immaginario collettivo il calcio è dato all’altezza del bacino, nei film addirittura si colpisce busto e volto con una pedata a volte con movimento ampio a semicerchio, a volte con un movimento lineare come fosse un pugno diretto, ma fatto con la gamba e diretto al corpo. Ma quelli sono film, la realtà è altra cosa ed è altamente sconsigliato tirare calci a mezza altezza, specialmente se non siamo professionisti, perché se l’aggressore intercetta il calcio e ci blocca la gamba, sono guai seri. Ma soprattutto perché per dare questi calci occorre avere dello spazio tra noi e l’aggressore e questo non sempre accade.

Anzi quasi, mai. In un corpo a corpo, ovvero quando l’aggressore è vicinissimo alla vittima (immaginiamo che la stia tenendo per il collo), un modo efficace di dare un calcio è colpire i piedi dell’aggressore con violenza, una specie di pestone. Meglio se dato col calcagno. E meglio ancora se prima di arrivare al piede usiamo l’accortezza di fare scorrere la suola della scarpa lungo tutto lo stinco. Vi è mai capitato di subire un colpo allo stinco? È dolorosissimo. Ecco, immaginate di subire una pedata e una suola che struscia con violenza sullo stinco da sotto il ginocchio e che finisce con violenza sul collo del piede. Se non riuscite a immaginare il dolore, provate con vostro marito o il vostro compagno (mi raccomando per finta perché fa veramente male). Una tecnica come questa non richiede alcuna abilità tecnica e non implica nessuna forza. Può essere fatta da qualsiasi donna, ed è assolutamente indipendente dalla corporatura dell’aggressore. Anche in questo caso, come per il colpo al volto, non si crea nessun danno, nessuna lesione grave ma un fortissimo dolore, che per qualche secondo annebbierà i riflessi dell’aggressore e ammorbidirà la presa. Quello sarà il momento per liberarsi definitivamente, scappare e gridare aiuto. Nel prossimo articolo vedremo come una donna può usare le ginocchia per colpire un aggressore.

Lorenzo Masini
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