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Adani, seconda voce top ma narcisismo difficile da ingabbiare. E in Rai...
Adani dovrebbe afferrare la differenza che passa tra il rito per iniziati della Bobo TV e quello popolare della Rai
Adani e le telecronache ai Mondiali in Qatar 2022: pregi e difetti della seconda voce Rai
Daniele Adani potrebbe essere la migliore seconda voce non solo dei mondiali, ma dell'intero panorama televisivo.
La sua preparazione è fuori discussione, specialmente sul fútbol sudamericano, anche se va detto che non sarebbe sempre necessario darne così ampio sfoggio. Oltre a un narcisismo difficile da ingabbiare in una marcatura a uomo, il suo è principalmente un problema di contesto.
Finché lavorava a Sky, con un pubblico di appassionati disposti a pagare per sapere tutto dei propri beniamini, l'aneddotica esasperata poteva anche andare bene. A guardare i mondiali sulla Rai, invece, è un pubblico free e generalista, che ha bisogno di un racconto coinvolgente sul piano emotivo, ma comprensibile.
Quando le telecamere inquadrano Valdano sugli spalti per Argentina-Olanda, Adani va in estasi ed esclama: "Jorge!". Fine. Il pubblico generalista della TV di Stato invece meriterebbe che gli spiegasse chi è quel signore, la cui storia meriterebbe un libro e i cui libri fanno la storia. Poi Adani ha tutto il diritto di fare il tifo per la Selecciòn argentina (anche se continua a stupirmi il fatto che chi ha indossato la maglia azzurra possa diventare ultrá di una rivale storica) e anche di usare quintali di retorica quando parla non di Messi, bensì della nonna scomparsa che lo guarda da lassù, in un collegamento mistico tra terra e cielo che non è poi una gran novità nello storytelling calcistico.
Per essere davvero la miglior seconda voce italiana, però dovrebbe afferrare la differenza che passa tra il rito per iniziati della Bobo TV e quello popolare della televisione di Stato. Senza dimenticare che il tifoso italiano medio non vede l'ora che il mondiale finisca, così da continuare a tifare per le proprie squadre di club, e quindi non nutre tutto questo interesse per le vicissitudini storiche del River Plate e del Newell"s Old Boys. E una buona telecronaca è al servizio di chi la ascolta, non di chi la fa.