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Calcio e scaramanzia, il rituale dell'Italia: Vialli e la gag del pullman

Nel mondo del calcio sono molti i rituali, alcuni davvero bizzarri, per propiziarsi la vittoria

Calcio e scaramanzia: l'Italia a Euro 2020 ha adottato il rito di far salire per ultimo sul pullman il capo delegazione Vialli

L'Italia si prepara ad affrontare la stasera la Spagna a Wembley nella prima semifinale di Euro 2020 e come ogni partita il capo delegazione Gianluca Vialli sarà l'ultimo a salire sul pullman che porterà gli Azzurri allo stadio. La Nazionale ha infatti adottato un rigido rituale pre partita che prevede un ordine ben preciso di ingresso sul pullman. Il primo è Mancini e l'ultimo proprio Vialli. Tra i giocatori invece il primo a salire è Acerbi con Donnarumma ultimo. Questo curioso rito nasce dal fatto che prima del match con la Svizzera il pullman stava partendo senza Vialli ma accortosi della sua assenza si era fermato per farlo salire dopo pochi metri. Con il proseguio della competizione il simpatico siparietto è diventato un rito scaramantico.

Calcio e scaramanzia: tutti i riti più strani del pallone

Gli Azzurri non sono gli unici a non sfidare la fortuna. Sono moltissimi i giocatori a seguire riti spesso assurdi per assicurarsi la vittoria. Laurent Blanc durante i Mondiali di Francia 98 aveva preso l'abitudine di baciare la testa del portiere Barthez ogni volta che entrava in campo. Tomáš Rosický che non cantava mai l’inno nazionale dopo che notò che la Repubblica Ceca perdeva ogni partita.

Kolo Tourè, ex Arsenal e Manchester City, doveva sempre entrare in campo per ultimo. Curiosamente una volta la sua scaramanzia gli costò un'ammonizione. Nel 2009 durante l'intervello della partita di Champions League tra Roma e Gunnes il suo compagno di squadra Gallas era ancora in campo a ricevere le cure per un infortunio. Tourè quindi non poteva entrare. L'arbitrò fischiò quindi l'inizio del secondo tempo con l'Arsenal in nove. Gallas alla fine entro in campo seguito immediatamente da Tourè. L'ivoriano non aveva però chiesto l'ok dell'arbitro e per questo si prese un cartellino giallo. 

Gli allenatori sono poi i primi a fare ampio uso di rituali scaramantici. Celebre la boccetta di acqua santa che il ct della Nazionale Trapattoni aveva sempre con sé ai Mondiali in Corea del Sud nel 2002. Domenech, invece, quando era tecnico della Francia non nascondeva di scegliere chi convocare in base all'astrologia.

Anche i grandi bomber hanno i propri riti per propiziare il gol. Cristiano Ronaldo, ad esempio, per prepararsi ad ogni partita mette i tacchetti nell'acqua calda e si infila sempre prima il calzino destro. Dele Alli invece indossa gli stessi parastinchi di quando aveva 11 anni. Cruijff quando era all'Ayax aveva l'abitudine di schiaffeggiare sulla pancia il portiere Gert Bals e di sputare la gomma da masticare nella metà campo degli avversari prima del fischio d'inizio.

Molti seguono una dieta particolare. Pippo Inzaghi mangiava un pacchetto di plasmon, lasciandone sempre due, ad ogni partita. Jami Vardy invece si beveva mezza bottiglia di Porto la sera prima del match e al mattino tre Red Bull. Nonostante non si tratti di una dieta molto salutare l'attaccante quell'anno festeggiò la vittoria della Premier League con il Leicester e il titolo di capocannoniere.