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Antonio Cassano alla Sampdoria fino al 2017
Ora è ufficiale: Antonio Cassano torna alla Sampdoria. Il barese ha firmato un biennale con il club blucerchiato nel quale aveva militato tra il 2007 e il 2010. "Ancora qui per dire di sì. Ai sentimenti e alla Sampdoria. Milleseicentosettantanove dopo l'addio ufficiale, un'altra ufficialità: Antonio Cassano è un nuovamente un calciatore blucerchiato - si legge sul sito ufficiale doriano -. Per la soddisfazione del presidente Massimo Ferrero e di tutta la società, questa mattina a Genova - alla presenza del direttore sportivo e dell'avvocato Giuseppe Bozzo - l'attaccante barese ha firmato il contratto che lo legherà alla Sampdoria fino al 30 giugno 2017". "Sono felice, sempre forza Samp!", sono state le prime parole di Cassano, che nel tardo pomeriggio sarà al centro sportivo "Gloriano Mugnaini" di Bogliasco per la prima seduta di allenamento agli ordini di Walter Zenga.
E chissà che Genova non sia davvero l'ultima tappa del girovagare di Antonio Cassano, che all'ombra della Lanterna già approdò nel 2007 per rimanervi fino al gennaio del 2011, cacciato in malo modo dopo la più brutta delle sue "cassanate", quando insultò pesantemente quel Duccio Garrone che lo amava quasi come un figlio. Esploso nella sua Bari, Fantantonio lasciò il segno già alla seconda presenza, quando l'eurogol contro l'Inter fece conoscere al mondo il suo talento. Passato alla Roma nel 2001, a suon di miliardi di lire (ben 60), Cassano alternò lampi di genio a momenti di follia, che convinsero Fabio Capello a coniare il termine "cassanata".
Lascia Roma nel gennaio 2006, in rotta con la società e mal sopportato dai tecnici che si alternarono sulla panchina giallorossa in quella tormentata stagione, da Rudi Voeller a quel Delneri che ritroverà poco più in là nel suo percorso. Fantantonio vola a Madrid, per riabbracciare Fabio Capello, ma la sua esperienza con le Merengues è fatta di tanta sregolatezza e poco genio: sedotto dalla bella vita madrilena e sempre più pingue, il barese finisce sempre più ai margini in una squadra di fuoriclasse, finché nel 2007 la Sampdoria lo chiede in prestito. Walter Mazzarri lo restituisce al calcio, mettendogli in mano le chiavi di una squadra che riprenderà ad esaltare la Genova blucerchiata, sfiorando il successo in Coppa Italia (ko ai rigori contro la Lazio in finale, nel 2009). Nel 2010 arriva Gigi Delneri sulla panchina del Doria, le incomprensioni romane finiscono nel dimenticatoio e Fantantonio, in coppia col "gemello" Giampaolo Pazzini, trascina la Samp al preliminare di Champions League, poi perso ai supplementari con il Werder Brema nell'agosto del 2010.
Da lì, la nuova parabola discendente: la squadra non gira e la rottura con Garrone porta all'inevitabile addio. Fantantonio sbarca a Milano (prima col Milan, poi con l'Inter), fino a trovare la sua dimensione a Parma. Con i ducali rimane fino al gennaio scorso ma spesso, tra improvvisate a Bogliasco e dichiarazioni a mezzo stampa, dichiara il suo amore per i colori blucerchiati, chiedendo di tornare. Ora, il Peter Pan blucerchiato ha ritrovato la maglia tanto agognata. Lo attende un allenatore che ha mal digerito il suo arrivo e una piazza nella quale qualcuno ancora non gli perdona gli insulti al compianto patron. La storia di Antonio Cassano ricomincia da qui, il finale è tutto da scrivere.