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E' morto Gianluca Vialli, ex bomber di Samp, Juventus, Chelsea e Azzurri
Aveva solo 58 anni e da tempo combatteva con un tumore al pancreas. Dagli esordi a Cremona all'abbraccio con Mancini, una vita straordinaria: FOTO E VIDEO
Gianluca Vialli in nazionale: protagonista dal campo alla panchina
Capocannoniere all'Europeo Under 21, Vialli esordisce in nazionale maggiore con Bearzot nel 1985 e poi partecipa, seppure come riserva, al mondiale di Messico '86 (Italia fuori agli ottavi). Con l'arrivo di Vicini diventa titolare fisso, ma la sua avventura è caratterizzata da molta fortuna: l'Italia si ferma in semifinale sia agli Europei del 1988 ai mondiali casalinghi del 1990. Quando in panchina arriva Sacchi, Vialli viene fatto fuori e polemicamente dichiara che a USA '94 tiferà per il Brasile... che alla fine vincerà il torneo battendo gli azzurri ai rigori. Nel 2019, sebbene già malato da due anni, viene nominato dalla Figc dirigente della nazionale, allenata dal suo fraterno amico Roberto Mancini. Insieme, i “gemelli” guidano la squadra alla vittoria di Euro 2020, che si gioca nel 2021 per via del Covid. Il loro abbraccio a Wembley dopo la finalissima vinta contro l'Inghilterra chiude il cerchio, sia rispetto alla deludente esperienza con la Sampdoria nel 1992, sia permettendo a entrambi di mettere in bacheca quel trofeo che da giocatori non avevano conquistato.
Gianluca Vialli fuori dal campo: un bomber anche come commentatore
Dopo la delusione del Watford, rifiuta varie proposte come allenatore, preferendo il ruolo di commentatore a Sky. La sua è una propensione nota da tempo: già nel 1989/90, quando ancora giocava, era opinionista di “Settimana gol”, in onda su Italia 1. Sulla piattaforma digitale partecipa anche a “Squadre da incubo”, un docu-reality nel quale insieme all'ex collega Lorenzo Amoruso cerca di rimettere in senso una squadra amatoriale. Altrettanto impegnato sul fronte sociale, con l'amico Massimo Mauro fonda la "Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport", una Onlus impegnata nella ricerca contro la SLA, malattia nota anche “morbo di Lou Gherig” e che ha afflitto tanti calciatori.