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Halep squalificata 9 mesi per doping, perchè la sentenza spaventa Jannik Sinner (ma c'è una differenza)

di redazione sport

La tennista rumena è stata accusata di "uso incauto" di un integratore col Tas che punta il dito contro il fisioterapista

Simona Halep squalificata 9 mesi per doping, perchè la sentenza spaventa Jannik Sinner (ma c'è un differenza)

L'ex numero uno del tennis mondiale femminile Simona Halep è stata squalificata per nove mesi per doping. Alla campionessa rumena è stata comminata la squalifica dal Tas di Losanna che l'ha accusata di "incauto utilizzo di un integratore contaminato".

Nella sentenza del Tas di Losanna che ha portato allo stop della 33enne giocatrice (in carriera vittoria a Roland Garros e Wimbledon) si parla di "incauto utilizzo di un integratore contaminato" che la rumena avrebbe assunto sotto consiglio della fisioterapista personale "che non è un medico o un clinico".

Nei vai passaggi della sentenza il Tas dice: "La questione che questo Panel del Tas si pone è come mai in un ambiente di così elevata professionalità questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore. … L’atleta avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista e il fatto che si stesse giocando un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo, non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche".

Ricapitoliamo: Simona Halep era stata squalificata quattro anni dall’Itia con documentate accuse di doping intenzionale tramite l’utilizzo dell’antianemico proibito Roxadustat, utilizzo validato anche da un passaporto biologico irregolare. Ma il Tas ha ridimensionato parlando di uso incauto e dunque anche lo stop dalle competizioni è stato drasticamente ridotto.

Analogie che potrebbero spaventare Jannik Sinner in vista del ricorso Wada al Tas sul caso Clostebol?

C'è però una differenza che gioca a favore del tennista italiano: se per Simona Halep si parla di un integratore assunto da lei incautamente (fornitole dalla sua fisioterapista), nel caso di Jannik Sinner siamo ad un livello di inconsapevolezza totale. Il tennista azzurro non ha preso nulla, ma il miliardesimo di grammo di Clostebol era dipeso da circostanze totalmente esterne.

E la nota dell'International Tennis Integrity Agency che aveva decretato la sua innocenza era stata chiara. Andiamo a rileggerla: «Dopo un'indagine approfondita, l'Itia e Jannik hanno scoperto che la contaminazione involontaria di Clostebol è avvenuta tramite il trattamento ricevuto dal suo fisioterapista. Il suo personal trainer ha acquistato un prodotto, facilmente reperibile senza ricetta in qualsiasi farmacia italiana, che ha dato al fisioterapista di Jannik per curare un taglio sul dito del fisioterapista. Jannik non ne sapeva nulla e il suo fisioterapista non sapeva che stava usando un prodotto contenente Clostebol. Il fisioterapista ha curato Jannik senza guanti e, insieme a varie lesioni cutanee sul corpo di Jannik, ha causato la contaminazione involontaria».

Ricordiamo che saranno chiamati tre arbitri a decidere il caso Sinner al Tribunale Arbitrale dello Sport (presidente John Coates): uno nominato dalla Wada, uno dalla difesa del tennista, e un terzo scelto direttamente dal tribunale. La sentenza non arriverà a brevissimo: probabilmente a inizio 2025 forse a febbraio (in quel caso dunque dopo l'Australian Open in cui il tennista italiano difenderà il titolo vinto quest'anno in finale contro Medvedev). La decisione finale del Tas sarà vincolante, anche se ciascuna parte ha il diritto di presentare un ricorso al Tribunale Federale Svizzero entro 30 giorni.