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Inchiesta Juventus: "Mai vista una società quotata comportarsi in questo modo"
Maria Cristina Zoppo, componente effettiva del collegio sindacale fa nuove rivelazioni sull'ultimo cda dell'era Andrea Agnelli: "Ci tolsero l'audio, poi..."
Juventus, la deposizione di Zoppo: "Volevano metterci in difficoltà"
L'inchiesta denominata Prisma che ha travolto la Juventus continua. Dopo la penalizzazione di 15 punti già inflitta al club bianconero e l'azzeramento dei vertici della vecchia gestione a guida Andrea Agnelli, emergono nuovi retroscena clamorosi sull'ultimo cda del 24 e 28 novembre scorsi, ultimo atto di fatto della vecchia presidenza, destinati a far rumore. "Era un momento teso, c’era fretta", dice Maria Cristina Zoppo, componente effettiva del collegio sindacale e lo riporta Repubblica, ripercorrendo davanti ai pm di Torino, che indagano sui conti della Juventus, quelle giornate dell’anno scorso, in cui in pochi giorni si è sgretolata l’era Agnelli. Si parla del progetto di bilancio, senza seguire la linea di Deloitte: «In vent’anni di lavoro non ho mai visto una quotata che non recepisce i rilievi di una società di revisione".
Le accuse di Consob e procura incombono anche negli incontri dei cda: era in corso "la tempesta perfetta". Il pool di legali era ormai presente a ogni riunione: «Non mi è mai capitato che gli avvocati avessero un peso così significativo», prosegue nella sua deposizione Zoppo e lo riporta Repubblica. Il collegio sindacale chiede di rivedere il progetto di bilancio e per tutta risposta «tolgono l’audio, non il video» dal collegamento online per 50 minuti. Come estromessi dal consiglio. La pausa serve per delle «valutazioni» degli avvocati e per tradurre dei passaggi. "Dopo un quarto d’ora chiedo: "Presidente, quanto ci mettete a fare la traduzione di due pagine?". Poi si ricollegano e iniziano a farci delle domande, per metterci in cattiva luce. È stata una mitragliatrice". Zoppo e il collega Forte si sono poi dimessi il 5 gennaio.