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Jacobs e Tamberi ringraziano i compagni con un discorso in piedi sulla sedia

Marcell Jacobs: "Prima dell'atletica giocavo a calcio come ala destra, poi sono passato al salto in lungo, ma..."

Jacobs e Tamberi ringraziano i compagni con un discorso in piedi sulla sedia

Jacobs e Tamberi ringraziano i compagni con un discorso in piedi sulla sedia I campioni olimpici Jacobs e Tamberi ringraziano i compagni della nazionale olimpica con un discorso in piedi sulla sedia. / Instagram Yeman Crippa

"All’inizio ero molto dubbioso. Nella testa della maggior parte delle persone, quando si parla di “mental training” si accende la luce su due pensieri sbagliati. Il primo è che non si abbia bisogno di un aiuto psicologico perché: “io non sono malato”. La valutazione successiva, sempre errata, è quella di aspettarsi una formula magica, una lista di cose che una volta eseguite regalino una consapevolezza migliore sui propri mezzi. Insomma, pensavo di perdere tempo e che la mental coach  (Nicoletta Romanazzi) mi dicesse cosa fare. Invece, sbagliavo su tutta la linea e me ne sono accorto ben presto. L’allenamento mentale risolve i conflitti interiori, insegna a guardarsi dentro, è un’arma in più a tua disposizione, in pista come nella vita”.

Il numero di agosto in uscita di For Men Magazine, il mensile maschile di Cairo Editore, dedica la copertina e un ampio servizio a Marcell Jacobs, neo medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokio. Ecco come l’italiano più veloce di sempre racconta la sua svolta che lo ha portato sul tetto del mondo nei 100 metri: affidarsi a una mental coach.

La giornata di Jacobs, nato in Texas da padre americano e mamma di Desenzano, è scandita dagli allenamenti e da un’alimentazione rigorosa, ma Marcell non sa rinunciare a "cioccolato fondente e a pasti sregolati che sono un premio per la fatica". "Prima dell’atletica” racconta Marcell “giocavo a calcio come ala destra, poi sono passato al salto in lungo, ma ha dovuto lasciare perché il gesto del salto influiva troppo pesantemente sulle ginocchia”. La sua carriera di velocista insomma  è esplosa grazie… alle sue ginocchia fragili.