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Juventus, l'ultimo Cda di Agnelli: "Niente Serie A se non votiamo il bilancio"

Agli atti il verbale dell’ex consigliera Daniela Marilungo, la prima a dimettersi: "Se lasci crei un danno irreparabile"

Juventus, lo scontro Agnelli consiglieri indipendenti. Il retroscena

La Juventus ha deciso di passare al contrattacco in merito alla penalizzazione di 15 punti che sta scontando già in questo campionato di Serie A, ieri la nuova dirigenza ha depositato il ricorso al collegio di garanzia del Coni. Ma emergono nuovi retroscena sull'ultimo incandescente cda del club bianconero a guida Andrea Agnelli del 24 novembre 2022. Spunta il verbale del 12 gennaio scorso di fronte ai pm dell’inchiesta Prisma, in cui la ex consigliera indipendente del cda Juve Daniela Marilungo, - si legge su La Stampa - componente del Comitato controllo e rischi parla per otto ore e racconta come il board societario dell’epoca cercò di arginarla nelle dimissioni. "Nel corso del cda del 24 novembre (2022 ndr) - spiega ai pm - tutti noi indipendenti avevamo chiesto che fossero messi a disposizione gli atti integrali del procedimento penale e in particolare gli atti che sono risultati essere fuori dalla sede sociale per consentirci di agire informati. Ma questi documenti (sulle manovre degli stipendi ndr), non sono mai arrivati".

"Per questo - prosegue Marilungo e lo riporta La Stampa - ho deciso di dimettermi. Anche perché i professionisti di fiducia della Juve “dicevano A” e Deloitte “diceva Z”». Ancora i magistrati domandano: chi all’interno del cda propugnava la tesi di andare avanti col documento di bilancio nonostante i rilievi di Deloitte? "Il presidente Agnelli in maniera chiara". Agnelli avrebbe parlato anche di persona con Marilungo sulle intenzioni di dimettersi di altre due consigliere in quota Exor: "Disse che avevano timore di essere indagate". Aggiunse: "Se rimanete con noi andremo avanti fino alla fine in tutte le sedi. Voglio rassicurarvi che la società ha sempre operato nel modo giusto e nel rispetto della legge». Ancora Marilungo: «La spada di Damocle che ci rappresentavano Agnelli e Gabasio era che se non avessimo approvato il bilancio entro una certa data non ci saremmo potuti iscrivere al campionato".