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Maldini e Massara out, milanisti: basta piangere, ha ragione Cardinale

L'opinione di Massimo Puricelli

Le proteste dei tifosi per le defenestrazioni di Maldini e Massara sterili e inefficaci, il calcio è diventato uno sport elitario

Milan, calcio piegato al business 

Del nuovo entertainment pallonaro odio tutto. Odio, sì, utilizzo questo termine politicamente scorretto. Gli orari delle partite, i prezzi dei biglietti, la mancanza di senso di appartenenza di giocatori, allenatori, dirigenti (solo qualcuno possiede ancora questi valori, ma sono eccezioni), la fidelizzazione dei tifosi considerati solo come clienti, liste d'attesa per la sottoscrizione degli abbonamenti, bramosie speculative immobiliari di stadi, aree adiacenti, compravendita di giocatori e plusvalenze, nessun freno al numero di stranieri, procuratori che impongono i loro assistiti e che creano di fatto le rose delle squadre, fondi sovrani e speculativi affamatori di popoli che vogliono solo ottenere profitti ragguardevoli dalle società calcistiche.

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E ancora: le regole di gioco più consone ad un circo di quart'ordine, la sottomissione totale alle pay-tv, al marketing con lo stravolgimento dei colori sociali, delle divise, degli stemmi centenari. Mi fermo qua nell'elenco, perché sarebbe infinito. Del resto il "nuovo calcio" non possiede più quella peculiarità popolare che lo ha contraddistinto per un secolo.

Il calcio ha una popolarità enorme ancora oggi, ma è una popolarità virtuale, mediata dalla tv, dai mezzi di comunicazioni digitali, una partecipazione virtuale e non più diretta. E' diventato uno sport elitario emblema del lusso e di quella che potrebbe essere definita la "vecchia borghesia benestante".

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Uno sport come il tennis, il golf il, po-poolo (no, la doppia "o" non è un errore di battitura, ma è la pronuncia "zagagliata" di Peppe, il pantera Baiocchi nel film "i Soliti ignoti" allorché voleva esprimere la sua appartenenza borghese alla "servetta" Nicoletta, la domestica da "conquistare" per poter avere il "lasciapassare" per entrare nell'appartamento, dove prestava servizio, che era adiacente il Monte dei pegni dove scassinare la "comare", la cassaforte dei preziosi).