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Il "bel gioco" di Thiago Motta e Fonseca, veri sconfitti del pareggio-noia Milan-Juventus

di redazione sport

Al loro arrivo la scorsa estate avevano promesso soprattutto un calcio piacevole ed offensivo. Che non si è visto e non solo ieri

Motta e Fonseca, il bel calcio è ancora lontano

Il giorno dopo uno dei Milan-Juventus più noiosi della storia tornano alla mente le dichiarazioni di inizio stagione di Thiago Motta e Paolo Fonseca, appena sbarcati su due delle panchine più prestigiose del calcio europeo. Entrambi avevano infatti promesso "bel gioco", un calcio europeo, offensivo, in avanti. 4 mesi dopo l'inizio del loro lavoro si può dire che da quel punto di vista il bilancio è negativo e non solo per la partita di ieri.

Il Milan a due facce

Cominciamo ad analizzare i padroni di casa. Il Milan ha fino a questo momento giocato due partite memorabili, spettacolari per ritmo e gioco: il derby e la sfida di Champions in casa del Real Madrid. Gare dove i rossoneri hanno dominato per gioco, intensità, tattica, sorprendendo gli avversari con idee nuove. Per il resto però la luce vista in quelle due partite è come fosse sparita. Ed il perché è anche facile da comprendere dato che è stato lo stesso Fonseca nel post-Bernabeu a ricordare che "per il Milan è più facile giocare contro il Real Madrid che contro il Cagliari" (dove i rossoneri hanno pareggiato 4 giorni dopo il trionfo Champions nella capitale spagnola.

Giocare contro Real ed Inter, squadre portate all'attacco ma che regalano spazio, è semplice. qui vengono fuori le doti di velocista di Leao, Theo Hernandez e Pulisic, l'intelligenza tattica di Morata, la corsa di Fofana e Reijnders. Contro le squadre chiuse, quelle che aspettano i rossoneri, che tolgono campo sena dare spazio alla corsa di Leao, dove serve tecnica ed un gioco diverso ecco che il Milan fatica, stenta, appare sterile. Ed al momento Fonseca non sembra avere trovato soluzioni a questo, anzi, ieri era il primo stupito per la mancanza di coraggio dei suoi in campo.

Continuità ed equilibrio richiedono tempo, che purtroppo Fonseca oggi non ha. I rossoneri non possono per mille motivi, anche economici, perdere il treno per la Champions League del prossimo anno e si trovano a distanza pesante dalle prime 4 (con una partita da recuperare...). Passi falsi in una classifica così corta cominciano a non essere più consentiti.

La Juventus di Motta a "Corto muso"

Analogo, ma con qualche differenza sostanziale, la situazione di Thiago Motta, l'allenatore arrivato con lo scopo ben preciso di riportare il bel gioco, quello del suo Bologna sorpresa dello scorso campionato, a Torino dopo gli anni di "sofferenza estetica" legati al ciclo di Allegri, inventore della Juventus a corto muso, che vinceva 1-0 senza mai regalare calcio-champagne. Ecco, in realtà quanto offerto dai bianconeri è l'esatto opposto: squadra solida ed equilibrata in difesa (la meno battuta del campionato), pochi rischi, poche sconfitte. Ma nemmeno bel gioco. La Juventus fa una fatica terribile a segnare (solo 21 gol contro i 34 dell'Atalanta o i 31 dell'Inter) e non è solo colpa di Vlahovic, il centravanti costato 83 milioni (oltre all'ingaggio più ricco della Serie A) che da anni fa fatica davanti alla porta e che Motta spesso sostituisce per disperazione... A mancare sono spesso le occasioni da gol soprattutto, come per il Milan, con le avversarie chiuse in difesa. I 4 gol contro l'Inter, stesso discorso fatto per il Milan, sono una partita a parte, una eccezione.

L'allenatore italo-brasiliano ha però delle giustificazioni: poche, pochissime volte ha potuto avere a disposizione l'intera rosa. Nico Gonzales è bloccato da settimane causa infortunio, Vlahovic stesso ha parecchi acciacchi, come Koopminers. Se aggiungiamo che il Douglas Luiz che doveva essere il faro del Bel gioco bianconero sta deludendo ecco che al disegno originario sono diversi i tasselli ancora fuori posto.

Fattore tempo e fattore Champions

C'è poi una cosa da non dimenticare. Quando si cambia squadra, quando si cerca un nuovo allenatore con una nuova mentalità bisogna mettere in conto un percorso di mesi, anzi, di anni. Simone Inzaghi ricordiamo che due anni fa era sull'orlo dell'esonero. Poi con il tempo, la continuità di squadra e società il tempo ha fatto il suo. Serve pazienza e qualche risultato (minimo) che metta a tacere le lamentele dei tifosi e le richieste finanziarie delle proprietà. Fonseca e Motta non sono a rischio. Lo saranno se dovessero finire fuori dalle prime 4 squadre del campionato.

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