Pressione, peso e glicemia: sono collegati al declino mentale. Scoperta choc
Pressione, peso e glicemia collegati al declino mentale. Lo studio
Pressione, peso e glicemia legati al declino mentale
Pressione bassa, forte perdita di peso e alti livelli di zuccheri nel sangue, quando si manifestano intorno alla mezza età, devono far scattare un campanello d’allarme. Stando ai risultati di uno studio su Jama Psychiatry sono i prodromi del declino mentale. O meglio: pressione, peso e glicecmia sono collegati al manifestarsi, anni più avanti, del declino di capacita’ mentali.
Pressione, peso e glicemia collegati al declino mentale. Lo studio
Lo studio su pressione-peso-glicemia e declino mentale è stato realizzato dai ricercatori dell’Università di Bordeaux che hanno studiato per 14 anni 785 pazienti con demenza (68,4% con Alzheimer e 20,6% con demenza vascolare) e 3.140 persone senza malattia.
Pressione, peso e glicemia legati al declino mentale. I risultati
I ricercato verificato che rispetto al gruppo di controllo, le persone con demenza presentano un declino dell’indice di massa corporea molti anni prima della diagnosi, intorno ai 55 anni. Questo fenomeno potrebbe essere una conseguenza della malattia sottostante. Hanno quindi livelli bassi della pressione sanguigna, in particolare la pressione arteriosa sistolica, e situazione che può anche generare, secondo i ricercatori, l’ipoperfusione, ovvero la riduzione del flusso sanguigno, che può aumentare il rischio di declino cognitivo.
Pressione, peso e glicemia legati al declino mentale - Il livello di zuccheri
I pazienti di questo studio presentavano livelli di zuccheri nel sangue più alti fino a 14 anni prima della diagnosi di demenza. Questi si vanno quindi ad aggiungere ad altri noti fattori di rischio come il sovrappeso, l’ipertensione, ipercolesterolemia e il diabete che si manifestano intorno alla mezz’età.
Pressione, peso e glicemia collegati al declino mentale. Parlano i ricercatori
“I risultati sottolineano che il controllo della glicemia, la pressione bassa e la perdita di peso potrebbero essere componenti chiave della gestione della salute cardiovascolare per la prevenzione primaria e secondaria della demenza degli anziani”, ha spiegato la prima autrice Maude Wagner.