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Mondiali 2018, Bergomi: "Vorrei vincesse Messi. Ma dico Brasile". L'intervista

Giordano Brega

Nazionale, Bergomi: "Ripartirei da Belotti centravanti. Jorginho in mezzo al campo e..."

I Mondiali di Russia? “Mi piacerebbe vincesse Messi perché andrebbe a coronare una carriera incredibile. Ma punto sul Brasile”. Lo spiega ad Affaritaliani.it Beppe Bergomi. Il giocatore del torneo? “Neymar”. La Polonia e Zielinski si candidano a rivelazioni del torneo, secondo l’ex campione del Mondo di Spagna ’82. Che racconta qualche aneddoto su quel trionfo vissuto a 18 anni e mezzo. Lui che fu promosso titolare nelle partite decisive: “Tardelli nell’allenamento di rifinitura, prima della finale Italia-Germania, mi disse ‘Guarda che domani devi marcare il biondo (Rumenigge, ndr)’..”. Sui ricordi “dolci-amari” di Italia ’90: “Il pullman usciva da Marino tra due ali di folla. Giocavamo un gran calcio. Maradona fu bravo a preparare l’ambiente nella semifinale contro l’Argentina di Napoli”. Bergomi guarda al dopo-Mondiale e al progetto dell’Italia di Mancini. In mezzo al campo “si deve ripartire da Jorginho”. E Belotti centravanti…

ECCO L’INTERVISTA

Che ricordi hai del tuo mondiale vinto nel 1982 in Spagna?
“Ho dei bellissimi ricordi. E’ stato il mio primo Mondiale, a 18 anni e mezzo. Ho trovato un grandissimo allenatore come Enzo Bearzot, che per me era quasi come un padre. Ero talmente giovane e lui mi diede fiducia, dandomi tanti consigli e facendomi giocare le ultime tre partite contro Brasile (3-2 con la famosa tripletta di Paolo Rossi, ndr), Polonia (semifinale 2-0, ndr) e Germania (finale vinta 3-1, ndr). E avevo dei compagni che erano grandi uomini e grandi giocatori: non mi fecero sentire la pressione. Forse poi c’è stata anche un po’ di incoscienza da parte mia: quando sei giovane e vai in campo… Più avanti ho realizzato quello che ho fatto veramente, aver vinto un campionato del mondo. Sono entrato contro il Brasile al posto di Collovati marcando Serginho e poi Socrates di cui ho ancora la maglia. Quindi ho marcato Lato contro la Polonia e Rumenigge in finale”

E’ vero che qualcuno dei senatori disse di te a Bearzot ‘fallo a giocare”?
“Questo non lo so. Io so solo che il giorno prima della finale contro la Germania, Tardelli nell’allenamento di rifinitura mi disse ‘Guarda che domani devi marcare il biondo (Rumenigge, ndr)’. Io gli risposi ‘Marco guarda che manca Antognoni… un difensore con un centrocampista..’. Lui rispose ‘Non ti preoccupare’. Difatti il giorno dopo Bearzot venne da me: 'Giancarlo prova stamattina, se non ce la fa giochi tu e marchi Rumenigge’. E alla fine andò così. Io penso che effettivamente Bearzot si confrontasse, soprattutto con Zoff che comandava la difesa, gestiva le palle inattive. Ma anche sulle scelte un confronto con lui - e magari con qualcun altro - lo avrà fatto”

Tu presenterai su TV8 un ciclo di film dedicati a Italia ’90. Che ricordi hai delle Notti Magiche?
“Dolci e amari. Bello vivere un Mondiale in Italia con tutto quell’affetto ed entusiasmo. Il pullman che usciva da Marino tra due ali di folla e ti accompagnava fino allo stadio. Poi c'erano le bandiere, il gruppo, la squadra che giocava bene.. Il contraltare è una ferita che ogni quattro anni sanguina. Io penso che ci siano squadre che anche se non hanno vinto sono rimaste nel cuore della gente. Giocavamo un gran calcio, eravamo allenati bene da Azeglio Vicini. Nella semifinale con l’Argentina subimmo il primo gol dei Mondiali (Caniggia pareggiò la rete di Schillaci, ndr) e poi i rigori…”

Ci fu qualche errore da parte vostra in quella partita?
“Quando vai in campo sei sempre a rischio di errori. Prendemmo gol forse al primo tiro in porta. Ripeto: eravamo una squadra che giocava un gran calcio. Purtroppo incontrammo l’Argentina di Maradona. Lui fu molto bravo a creare l’ambiente che lo portasse un po’ dalla sua parte a Napoli. Non trovammo lo stesso ambiente di Roma. E poi l’Argentina era scaltra, furba, esperta…”

Tu poi hai vinto un mondiale da commentare Sky. Germania 2006...
“Fu una bella cavalcata. Con quelle frasi che ci sono uscite dal cuore e ancora oggi, a distanza di tempo, i ragazzi mi fermano per strada. “Dai Beppe fammi un ‘andiamo a Berlino’…”. E’ stato bello commentare quella nazionale. Come al solito noi quando siamo in difficoltà ci compattiamo bene. E siamo arrivati sino in fondo. Con Fabio (Caressa, ndr) abbiamo fatto un bel percorso insieme a loro”

Quale fu la svolta, la scintilla che ci cambiò un Mondiale in cui eravamo forti, ma non primi favoriti?
“Il calcio di rigore di Totti contro l’Australia (1-0 agli ottavi di finale, ndr). Un penalty ‘così e così’ che ci diedero. Eravamo con un uomo in meno e andare ad affrontare i supplementari sarebbe stato molto più difficile”

‘Andiamo a Berlino’… ma non andremo a Mosca
“Quella è una tristezza. Ora che parte il Mondiale ce ne stiamo accorgendo ancora di più. Purtroppo avendo sbagliato le ultime due edizioni (Sudafrica 2010 e Brasile 2014: fuori nel girone, ndr) siamo scivolati dietro nel ranking e ci è toccata la Spagna nel gruppo. O la battevamo, oppure come differenza reti noi storicamente facciamo meno gol meno di loro. Siamo arrivati in un momento sbagliato nello scontro diretto. Troppe polemiche hanno accompagnato quella nazionale. E io poi avevo messo in allerta tutti sulla Svezia, che ho affrontato tante volte. Dopo il Mondiale ’82 ci eliminarono dall’Europeo ’84 battendoci sia all’andata che nel ritorno e così andò la Romania al posto nostro. Verso Euro ’88 perdemmo là, vincendo qua 2-1. Non è mai stato un avversario facile per noi. In quel momento - in cui psicologicamente non sei a posto - fai fatica a vincere una squadra tosta. Poi ci è mancato anche quel pizzico di fortuna. Però non siamo stati bravi a conquistarci questo Mondiale”

E Ventura ha commesso i suoi errori…
“Certo. Di gestione soprattutto. In quel momento devi essere tranquillo, saper reggere le pressioni. Far delle scelte giuste è importante. La nazionale più che allenarla... devi scegliere bene. Devi mettere insieme dei giocatori. A quel punto sono state fatte delle scelte un po’ particolari. Invece devi andare là con delle certezze, con giocatori abituati a giocare un certo tipo di calcio”

Chi vince il Mondiale 2018?
“Mi piacerebbe Messi perché andrebbe a coronare una carriera incredibile dopo la finale persa quattro anni fa (1-0 per la Germania gol di Goetze ai supplementari, ndr). Però guardando le squadre quella che mi piace di più è il Brasile per quello che ha fatto nelle qualificazioni. E’ una squadra allenata bene: Tite è un mister attento anche alla fase difensiva. Non regala molto anche se davanti ha giocatori di grande qualità. Poi dico sempre la Germania: si permette di lasciare a casa Sanè. Pensate che forza che ha. La Spagna gioca un bel calcio. Sono curioso di vedere l’Inghilterra. Polonia, Colombia sono squadre che mi intrigano”

Però dovendo dire un nome…
“Dico Brasile”

Il giocatore del Mondiale…
“Se dico Brasile… Neymar”

Il giocatore rivelazione…
“Visto che mi piace la Polonia vorrei che Zielinski facesse un bel Mondiale”

L’Italia di Mancini da quali giocatori deve ripartire?
“I portieri sono bravi tutti e due, Perin in questo momento mi sembra più maturo. Rugani-Caldara-Bonucci-Romagnoli sono quattro centrali di garanzia. In mezzo al campo sicuramente Jorginho. Chiesa è un giocatore dalle grandi potenzialità come esterno. Poi bisogna scegliere un attaccante e affidarsi a lui, a meno che non voglia giocare a due punte, ma mi sembra difficile. Uno tra Balotelli-Immobile-Belotti”

Tu su chi punteresti?
“In questo momento io sceglierei sempre Belotti. Anche se non ha avuto una grande stagione, ma potenzialmente mi sembra un ragazzo su cui ci si può puntare”

E INOLTRE...