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Olimpia Milano, Livio Proli: "E' lo scudetto della maturità". L'intervista
Olimpia Milano campione d'Italia. Il presidente Livio Proli racconta lo scudetto numero 28 del club. L'Intervista
"Le sensazioni sono di grande gioia, ma anche di grande sollievo, perché ho vissuto tutta la stagione con un grande rammarico: vedevo l'applicazione dei ragazzi e dello staff ogni giorno in palestra, in campo, fuori dal campo... e mi sarebbe spiaciuto non veder coronare, col sorriso di ieri, i loro grandi sforzi". Il presidente dell'Olimpia Milano, Livio Proli, racconta ai microfoni di Affaritaliani.it lo scudetto vinto venerdì sera a Trento. Il 28° nella storia del club e il terzo dell'era Armani.
Il momento più difficile della stagione è stato in Coppa Italia quando la squadra ha perso ai quarti di finale contro Cantù?
"Nì. E' stato un po' prima. Quando abbiamo preso consapevolezza che già nel girone d'andata eravamo fuori dai giochi in Eurolega e non potevamo più ambire ai playoff. E vedere che, nonostante i grandi sforzi arrivavamo sempre a un centimetro dal traguardo e perdevamo le partite. Questo non deve ingannarci: arrivare a completare che pezzettino mancante non è facile. Non significa che sei vicino alla vetta. La prossima stagione lavoreremo ancora di più per poter accorciare quel gap. Però la frustrazione di aver avuto, in parte all'inizio, la sensazione di potersela giocare e poi inesorabilmente, nel giro di due mesi, trovarsi fuori.. ecco quello è stato il periodo più difficile. Abbiamo corretto contestualmente l'assetto tecnico della squadra, il roster. Simone (Pianigiani, ndr) ha riaddattato alcuni aspetti d'incastro del gioco. E da lì, a parte il passo falso di Firenze (i quarti di Coppa Italia contro Cantù, ndr), la squadra ha avuto una crescita costante e continua"
Prima di gara 6, che avete vinto d'autorità a Trento, c'è stato un momento in cui avete avuto la sensazione che questo scudetto lo avreste portato a casa?
"I playoff non li puoi mai vivere con la consapevolezza di qualcosa. Il bello dei playoff è che le situazioni possono cambiare da un giorno all'altro: sono serie infinite di partite, ogni 48 ore te la rigiochi. Le componenti emotive e psicologiche sono fondamentali nella prestazione agonistica. Noi abbiamo sempre avuto la consapevolezza che avremmo potuto giocarcela. Io l'unico vantaggio che ho visto prima di gara 6 è stata che per loro fondamentalmente era la partita del 'dead or alive': Trento aveva più pressioni. Noi, tutto sommato, avevamo nel retropensiero l'ipotesi di gara 7 al Forum. Anche se non abbiamo preparato il match pensando a gara 7. E pure per noi gara 6 era 'dead or alive', ma, di fatto, quel piccolo salvagente in più l'avevamo e l'abbiamo sentito. Cosa che invece hanno pagato i ragazzi di Trento: dopo che hanno visto che nel primo tempo la nostra squadra riusciva a stare davanti psicologicamente... il colpo è arrivato da lì. La sensazione che avevamo era di tenere un vantaggio psicologico in gara 6"
E forse, se dobbiamo andare a rivedere questa serie finale per flashback, la svolta è stata la stoppata di Goudelock su Sutton all'ultimo secondo di gara 5 che vi ha portato avanti 3-2...
"Sì. Quello diciamo che fa pari con il blackout che abbiamo avuto in gara 4, dove abbiamo condotto a Trento bene i primi tre quarti di gioco, ma poi abbiamo spento l'interruttore tra la fine del terzo periodo e l'inizio del quarto. Qualcuno ha staccato la spina, ogni tanto ci è successo quest'anno. Siamo stati recidivi. E tornando a gara 5, dietro la partita della stoppata di Andrew (Goudelock, ndr) c'è tutto il lavoro di squadra. Se andate a vedere tutti i minuti di tutte le gare di finale vi accorgerete che ognuno ha portato un mattoncino tanto quanto Andrew. Poi chiaramente lui ha il suo talento che si manifesta in maniera più sostanziosa ed eclatante di altri, ma quel gesto non avrebbe sublimato una vittoria se dietro tutti non avessero portato il loro mattoncino"
I meriti di Pianigiani...
"Aver assemblato, aver dato corpo a questo giovane 'bambino'. Un progetto che abbiamo creato da zero, dove lui ha preso un'eredità in parte di quello che era il progetto precedente. Abbiamo cercato di assemblare al meglio il vecchio e nuovo disegno. E soprattutto la sua capacità è stata di far lavorare tantissimo tutta la struttura societaria, evitando però tutte le forme di esasperazione e di isterismo. E' stato veramente bravo a tirare la corda senza spezzarla. Al di là degli aspetti tecnici e tattici: il suo curriculum parla da solo, è un uomo vincente. Qua da noi è riuscito, all'interno di un contesto dove abbiamo cercato di dargli le condizioni di tranquillità, a giocare bene con il bastone e la carota. Chapeau"
E' il tuo terzo scudetto. Un aggettivo per ogni tricolore...
"Il primo (2014, 4-3 contro Siena, ndr) è stato quello della liberazione. Venivamo da tantissimi anni di complesso di inferiorità, non riuscivamo ad affermarci rispetto a situazioni dove c'era sempre un dominus rispetto a noi. Il secondo, quello di Repesa (2016, 4-2 su Reggio Emilia, ndr), è stato lo scudetto della tranquillità: sia in Coppa italia che nella finale contro Reggio abbiamo avuto la sensazione di giocarcela con relativa tranquillità. Quest'anno, con un campionato molto più difficile, con l'Eurolega che ha avuto un impatto molto importante nel consumo energetico di tutti noi, è stato il titolo della maturità. Che vogliamo confermare nei prossimi anni"
Guardiamo a domani. Da che gruppo riparte questa Olimpia?
"Da quello che avete visto ieri sera. Dovremo verificare quelli che sono i contratti in scadenza e il mercato. Non tanto solo in entrata, ma anche in uscita perché per l'appunto i giocatori forti con il contratto in scadenza chiaramente si guardano intorno. Ma la struttura è confermata con l'impianto base. Ci saranno 4-5 innesti - Amedeo Della Valle lo sapete già - che sono relativamente pochi. Possiamo gestire il tutto con serenità e precisione. Lo zoccolo duro è buono, ma bisogna stare attenti che, a volte, un incastro sbagliato può anche far tornare indietro. Valuteremo molto bene gli aspetti umani della persona prima ancora che dell'atleta. Cercheremo di sposare pienamente tutte le richieste tecniche dello staff, restando come sempre all'interno della cifra stabilita nel nostro budget. Ma convinti che sarà un'evoluzione di quello che abbiamo seminato quest'anno. Siamo positivi"
Goudelock resterà all'Olimpia?
"Dobbiamo metterci d'accordo con lui. Andrew sul mercato vale tanto. Ma non è solo un aspetto di negoziazione economica. Bisogna capire se lui, rispetto al disegno dell'anno prossimo, si sentirà nelle condizioni di dare il meglio. Perché è un ragazzo straordinario, ma deve avere determinate condizioni che lui chiede"
Vi siete sentiti con Giorgio Armani dopo lo scudetto?
"Mi ha chiamato, era contentissimo. Anche e soprattutto per la partita di ieri. Ha visto con che autorità abbiamo vinto a Trento. Gli sono piaciuti proprio gli atteggiamenti dei ragazzi: siamo entrati in un contesto difficile e abbiamo giocato come dovevamo. Poi voi la sapete, lui non è solo il proprietario: è il più grande tifoso di questa squadra"