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Roberto Re: “Milan? Ecco gli errori di Silvio. E ora Brocchi deve...”

Giordano Brega

Brocchi, Mihajlovic, Berlusconi e la finale Milan-Juventus di Coppa Italia: ecco l'analisi della crisi rossonera da parte di Roberto Re

“La premessa di tutto il discorso è che il Milan non avrebbe dovuto mandare via Mihajlovic. In una situazione totalmente allo sbando Sinisa era comunque un allenatore che poteva garantire un certo tipo di polso, di disciplina e gestione della squadra con un pizzico di ‘pugno di ferro’. Condizione quest’ultima necessaria in situazioni in cui non c’è il giusto spirito di squadra”. Roberto Re analizza ai microfoni di Affaritaliani.it la crisi del Milan, che ha portato all’esonero di Mihajlovic e alla scelta di Christian Brocchi in panchina.

Una decisione sin qui non fortunata quella di Silvio Berlusconi. Gli ultimi risultati sono impietosi. Dopo la vittoria a Marassi contro la Sampdoria, l’ormai ex tecnico della Primavera ha incassato una delusione dopo l’altra: grigio pari in casa col Carpi, fatal Verona 2.0 contro una squadra retrocessa e rocambolesco 3-3 a San Siro contro il Frosinone.

E il re dei mental coach italiani (fondatore di Hrd, società leader nel campo della formazione e della crescita personale) spiega:  “Il grande problema del Milan dall'esonero di Allegri in poi non è l’allenatore, ma chiaramente la società. Pensiamo a Clarence Seedorf, probabilmente il più grande leader dello spogliatoio rossonero degli ultimi 20 anni, poi Inzaghi, quindi Mihajlovic…  Se hanno fallito tutti evidentemente non saranno loro il problema. Se un tecnico viene costantemente delegittimato e viene criticato apertamente, in primis dal presidente allora è un problema. Brocchi ovviamente ha accettato l’incarico perché è un’opportunità però èsi tratta oggettivamente di una situazione complicatissima”. 

A suo parere quali errori ha commesso Christian Brocchi?
“E’ difficile analizzare i suoi errori, perché non so quanti altri allenatori sarebbero in grado di combinare qualcosa di buono in quella situazione. La squadra è lasciata libera di fare quello che vuole: i giocatori vengono sempre salvati e gli allenatori mandati via. Non è più il Milan di una volta. Ma soprattutto trovo abbastanza strano il comportamento di Berlusconi”

Perché?
“Imprenditorialmente lui è uno straordinario leader. In nessuna delle sue aziende si comporterebbe come ha fatto con i suoi allenatori in questi ultimi anni, tagliando un manager che ha messo lì con un dato incarico senza dargli lo spazio per operare. E’ evidente che nella finale di Coppa Italia contro la Juve – partita fondamentale – il Milan parte totalmente svantaggiato”

Se lei fosse Brocchi a questo punto cosa farebbe in ottica 21 maggio?
“Aiuterei la squadra a crederci. Gli farei rivedere la partita di campionato contro la Juventus (persa 1-0 a San Siro dopo un bel match giocato dai rossoneri, ndr). Il match che costò l’esonero a Mihajlovic forse fu uno dei più positivi del Milan di quest’anno. Lì si giocarono le loro carte alla grande, alla pari con i bianconeri. Con un pizzico di fortuna in più avrebbero tranquillamente potuto portarla a casa. Quando vogliamo far credere qualcosa a qualcuno, o aiutarlo a credere in qualcosa, dobbiamo dargli dei riferimenti concreti".

E in questo caso esistono...  
"Esatto. I giocatori del Milan sanno che poco tempo fa se la sono giocata con la Juve ad armi pari. Fossi in Brocchi ci lavorerei. Nonostante la stagione fallimentare e l’autostima dei giocatori inevitabilmente molto bassa, bisogna ricordargli chi sono e cosa possono fare quando riescono a tirar fuori da dentro di loro le risorse e le capacità. E poi….”

Poi…
“Non dimentichiamo che una finale, in generale, non necessità di motivazioni. Un calciatore che non riesce a trovarle in un contesto del genere è indegno di vestire una maglia - non del Milan - ma di una qualsiasi squadra di serie A. Questi sono calciatori che hanno all’interno quell’orgoglio, quella forza e quella capacità per fare la differenza. Brocchi deve ricordare loro che questa è l’occasione per salvare la stagione e che a distanza di anni non verrebbe ricordata la pessima stagione, ma la vittoria della Coppa Italia”.