Vacanze e adolescenti, 4 su 10 non sono mai stati all'estero - Affaritaliani.it

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Vacanze e adolescenti, 4 su 10 non sono mai stati all'estero

Di Maurizio Tucci, Presidente Laboratorio Adolescenza

Tanta voglia di viaggiare negli adolescenti italiani. La vacanza ideale, per più della metà di loro, è un viaggio all'estero. E il 32% delle femmine vorrebbe, in particolare, una vacanza  finalizzata a scoprire nuove culture e fare nuove esperienze. Sul fronte opposto il 20% considera "ideale" una vacanza di tutto riposo.

I dati provengono dall'indagine "Adolescenza, alimenti per crescere" realizzata dalla Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza e dall'Associazione Laboratorio Adolescenza su un campione nazionale rappresentativo di 2100 studenti di terza media (età 12-14 anni). 

Nell'ambito di tale lavoro è stato realizzato - in collaborazione con Europ Assistance - un approfondimento su "Adolescenti e viaggio".

Ma al di là dei desideri, come trascorrono le loro vacanze gli adolescenti italiani?  Un dato certamente positivo è che ad avere avuto qualche giorno di vacanza estiva (il riferimento è all'estate 2014)  è stato oltre il 90% degli adolescenti intervistati.  Una percentuale  nettamente più alta rispetto agli indicatori nazionali circa le famiglie italiane che vanno in vacanza,  segno che le famiglie con figli adolescenti cercano comunque di assicurare ai loro figli qualche giorno di stacco dalla routine casalinga.

La vacanza tipo è risultata molto tradizionale: "al mare (63,4%) e  in auto (58,5%)", mentre la montagna è stata meta solo del 7,7% dei teen-vacanzieri. Il 10% ha invece realizzato il sogno di tanti coetanei del viaggio all'estero.

La decisione familiare relativa al dove andare in vacanza appare in maggioranza condivisa tra genitori e figli (64%), mentre sono solo poco più del 25% i genitori che decidono da soli. In realtà, confrontando lo scostamento tra le risposte alle domande  "dove sei stato in vacanza" e "dove saresti voluto andare" la condivisione della decisione sembra abbastanza  dubbia. E' verosimile (e anche logico) che siano i genitori a fissare i paletti all'interno dei quali la famiglia concorda la meta (al mare a Rimini o a Riccione?).

Una evidenza che emerge dall'indagine è che la famiglia di origine influisce in modo significativo anche sul modo di trascorrere le vacanze. Al binomio mare-auto  delle famiglie italiane, le famiglie in cui ci sia almeno un genitore non italiano oppongono una vacanza prevalentemente all’estero (non necessariamente per andare nel paese di origine) e il mezzo di trasporto più utilizzato è l’aereo. Residuale (e il dato riguarda tutti) la percentuale di chi va in vacanza in  treno (5,3%) o con la nave (4,6).

Complessivamente il 37% del campione di adolescenti intervistati non è mai stato all'estero (41% se ci si riferisce solo agli adolescenti con entrambe i genitori italiani ). Il Paese complessivamente più visitato è risultato essere la  Francia, seguita da Spagna, Inghilterra, Germania e Svizzera.

Circa la sicurezza, gli adolescenti tendono a considerare "più sicuro" il mezzo di trasporto che utilizzano abitualmente per andare in vacanza, con l'unica eccezione della nave che è considerata meno sicura di altri mezzi anche da chi è abituato ad usarla.

Da questa evidenza deriva un opportuno suggerimento alle famiglie di far utilizzare - avendone la possibilità - più mezzi di trasporto ai loro figli. Ciò  per evitare che già da bambini e adolescenti costruiscano delle barriere psicologiche verso il sereno utilizzo alcuni mezzi di trasporto che potrebbero rivelarsi, col tempo, un handicap  per la loro vita sociale e lavorativa.

Sempre per rimanere in tema di sicurezza, dall'indagine risulta che meno del 50% degli adolescenti è abituato a mettere la cintura di sicurezza in auto, se viaggia in città, mentre per i viaggi fuori città la percentuale sale al 68% ma è sempre ben lontana da quel 100% che dovrebbe essere considerato non un traguardo meritorio, ma un obbligo assoluto.

Interessante osservare che il comportamento a riguardo da parte dei genitori (dichiarato dagli stessi ragazzi) appare comunque più virtuoso di quello loro. Il 76% dei genitori mette sempre la cintura in città e l'86,5% la mette sempre nei viaggi fuori città.

Segno evidente che sopravvive ancora, in Italia, la pessima convinzione che la cintura di sicurezza debba riguardare essenzialmente guidatore e passeggero che siede davanti (posti solitamente occupati dai genitori), mentre per i passeggeri del sedile di dietro sia quasi un optional.

Scelta la meta e fatti i bagagli la preoccupazione maggiore degli adolescenti è che il tempo sia bello. Al secondo posto c'è il timore di avere incidenti con il mezzo di trasporto, quindi di essere derubati e di avere problemi di salute (lui o un familiare). Interessante osservare che nonostante gli adolescenti con entrambe i genitori italiani vadano meno all’estero e trascorrano le vacanze in località verosimilmente a più breve gittata, appaiono molto più preoccupati, rispetto ai coetanei con uno o due genitori stranieri, dagli imprevisti e pericoli che teoricamente possono verificarsi in un viaggio (eventi naturali, rischi per i turisti, paura di perdersi, di essere derubati, di avere problemi di salute,…)

E’ verosimile supporre, data l’età del campione, che molte di queste paure siano trasmesse loro proprio dai genitori e possano essere una ragione per cui si preferiscono vacanze teoricamente a più basso rischio.

Sulla prevenzione, il 10% del campione ricorda di aver fatto delle vaccinazioni o profilassi prima di affrontare un viaggio all'estero e circa il 20% è a conoscenza del fatto che i genitori, prima di un viaggio all'estero, hanno l'abitudine di effettuare una assicurazione ad hoc  contro incidenti e infortuni di vario tipo. Sia per le vaccinazioni che per l'assicurazioni è comunque maggioritaria la percentuale di non so/non ricordo.

Infine due  "curiosità": la prima è che un massiccio utilizzo del web, e soprattutto dei social network, influisce sia sul maggiore orientamento degli adolescenti  a trascorre le vacanze  facendo un viaggio all’estero sia, soprattutto, a voler passare le vacanze insieme ad amici e/o in circostanze che facilitino la creazione di nuove amicizie. L’abitudine ad una intensa “socializzazione” via web sembra quindi  indurre ad una maggiore esigenza anche di contatti reali. Una conferma di quanto conti, per gli adolescenti di oggi , la costante “disponibilità” di amicizie e opportunità di socializzazione tra pari.

La seconda è che gli adolescenti che leggono di più (ci si riferisce a lettura non collegata all’attività scolastica e quindi non imposta) hanno una più spiccata tendenza a desiderare vacanze all’estero, vacanze che consentano loro di entrare in contatto con nuove culture o anche soltanto di fare nuove amicizie.