Che avere soldi sia diventato un problema?
Mercati allo sbando, borse in crollo libero, obbligazioni con rendimenti negativi, conti correnti a rendita zero: che disporre di soldi, oggi, sia diventato un problema?
Cristina Perciaccante, formatore professionista iscritta all’AIF, responsabile dell’agguerritissimo sito www.potereconomico.com ha pubblicato una curiosa analisi su “Il Portale delle donne”. Vediamo che cosa ne pensa della situazione di oggi.
“Di sicuro sono cambiati gli scenari e tutte le regole, ma ci rimette solo chi si ostina a non volerle imparare. Per anni i conti correnti generavano interessi che, persino ai più pigri, quelli che non ne volevano sapere di investire, garantivano un incremento del capitale di base. I più "temerari", quelli che acquistavano obbligazioni e azioni, rischiavano di incrementare di molto le proprie finanze. Guadagnavano anche i più "semplici", quelli che non andavano oltre ai buoni postali fruttiferi o ai libretti a risparmio.
Oggi tutto questo è evaporato come neve al sole e le perdite superano i guadagni, soprattutto per chi non vuole cambiare le proprie convinzioni, modificando le proprie azioni. Allora cosa fare per veder crescere il proprio gruzzolo, almeno al pari dell'inflazione? L'odierna crisi dei mercati indica una via diversa, che nella sua diversità rilancia "antichi" modi di fare: investire in beni rifugio.
Dall'inizio del 2016 l'oro è passato da 1.050 dollari all'oncia agli attuali 1.320, con un incremento di 270 dollari, pari al 25,71%; l'argento è incrementato del 31,35% e i diamanti, che storicamente non soffrono delle stesse oscillazioni dei due metalli appena citati, proseguono la loro corsa in positivo ad una media annua del 4/4,5% costante nel tempo. Detenere anche uno solo di questi beni, considerati da sempre simboli della ricchezza, oggi più che mai è diventato di fondamentale importanza per chiunque.
Stiamo parlando di beni fisici, oggetti da detenere e conservare, non di obbligazioni basate sui listini delle stesse materie prime: c'è una bella differenza! Ed è la stessa che passa tra il perdere tutto in borsa e non avere nemmeno più un pezzo di carta da incorniciare (come avveniva quando ancora i titoli erano cartacei) e possedere fisicamente un oggetto che, una volta rivenduto, ci garantirà un futuro.
In attesa che gli scenari cambino, se mai lo faranno, puntare su oro, argento e diamanti è l'unica scelta intelligente alla portata di mano di chiunque. L'alternativa è il buon vecchio materasso: non produce interessi, ma nemmeno spese!”
Sembra anacronistico, ma anche un quotidiano di tutto rispetto come “Il Giornale” ha pubblicato pochi giorni fa un panegirico sul materasso
“Meglio il risparmio fai-da-te. E nel panorama delle alternative possibili un posto è riservato al ritorno del materasso. In banca i soldi non rendono più: zero interessi, zero inflazione, rendimenti sotto zero sui titoli di Stato, e parallelamente rischi crescenti sui prodotti finanziari strutturati, che in ogni caso comportano spese di gestione non indifferenti. Tenere aperto un conto corrente per molti significa soltanto dover sostenere costi: anche se l'istituto offre condizioni di favore, restano comunque i bolli da versare all'erario che negli ultimi anni li ha moltiplicati”.
E insiste: “Un numero sempre maggiore di persone considera gli sportelli luoghi poco sicuri dove gli scandali finanziari sono all'ordine del giorno. La crisi ha intaccato profondamente la credibilità del sistema creditizio. E tanta gente preferisce ritirare quanto gli resta ancora dei sacrifici di una vita e tenerselo stretto, tra le mura di casa, senza più la tentazione di investirlo in un'obbligazione, un pronti contro termine o un deposito vincolato”.
I dati della Banca d'Italia fotografano questa lenta e costante erosione delle risorse affidate agli istituti. La raccolta complessiva delle banche è in calo dal 2013. La vetta era stata toccata nel 2012: al 31 dicembre di quell'anno la raccolta ammontava a 1.761 miliardi e 610 milioni di euro. Dodici mesi dopo era scesa a 1.728,7 miliardi con un calo di quasi il 2 per cento. Altri dodici mesi e il livello era diminuito ancora: 1.707,7 miliardi di euro, con un ulteriore 1,2 per cento in meno. Al 31 dicembre 2015 la raccolta aveva proseguito la caduta scendendo sotto i 1.700 miliardi: 1.697,2.
Ipsos per la trasmissione Dimartedì su La7 ha rilevato che per quasi il 40 per cento degli intervistati le aziende di cui fidarsi meno sono gli istituti di credito; solo il 16 per cento ritiene che i propri risparmi siano al sicuro in banca, mentre il 32 preferisce investirli nel mattone e il 21 per cento tenerli sempre in casa. Sotto il materasso.
Ha ragione allora Cristina Perciaccante a ricordarci che i beni rifugio si chiamano così proprio perché nei momenti di incertezza ci danno un po’ di speranza?
Paolo Brambilla
Potereconomico.com è una società con sede a Milano che ha fatto dell'educazione finanziaria rivolta alle donne il proprio credo e lotta quotidianamente per sconfiggere l'ignoranza economica che porta inesorabilmente le donne a rovinarsi con le proprie mani. Con Il Portale delle Donne pubblica regolarmente "pillole" di finanza personale per debellare la scarsa cultura finanziaria ancora oggi presente in Italia.