Finanza
La natura matematica dei mercati
Nell’analisi dei mercati finanziari dovrebbero contare solo i numeri ed i fatti, non le parole, le opinioni, le intuizioni. Per la gestione del rischio è utile ricorrere alla teoria dei “Black Swan”, i cigni neri, ovvero la teoria degli eventi che pur avvenendo in modo irregolare e formalmente imprevedibile, nei fatti continuano ad avvenire nel tempo. In tal senso è prevedibile che continuino ad avvenire anche in futuro.
Spesso sono eventi che vengono spiegati facilmente a posteriori dai commentatori, che non avevano potuto prevederli, ma che col senno del poi, con ardite e inaffidabili elucubrazioni poggiate sul nulla, fingono di saper interpretare. Ma restano comunque un’importante successione di eventi di cui tener conto nel pianificare l’allocazione dei propri investimenti, perché se è impossibile prevedere i mercati (nonostante qualcuno si attribuisca questa dote divinatoria) certamente è prevedibile che qualcosa possa accadere prima o poi.
L’unico elemento di cui si possa tener conto è il dominio della statistica sui mercati: si tratta di meccanismi automatici, in funzione non di ipotesi, ma della realtà contingente dei mercati. Il “cigno nero”, l’evento imprevedibile, si presenta sempre e l’insieme dei cigni neri può trasformarsi sui mercati in una serie di eventi negativi regolari, che possono essere capiti e gestiti quando si dovessero ripresentare.
Si comportano così anche le catastrofi naturali devastanti come i terremoti, che nessuno può prevedere in termini di dove, quando e con quale intensità, ma che tutti noi sappiamo che si ripresenteranno sempre. Tutt’al più potremmo evitare di posizionarci proprio in un’area sismica, così come nei mercati finanziari potremmo per lo meno evitare di investire in iniziative truffaldine o di dubbia credibilità e cercare di ridurre l’esposizione su mercati ad alta volatilità. Questo non vale solo per il mercato azionario, ma anche per gli altri mercati come le valute, le commodities, ecc.
Una delle risposte più efficienti a questa problematica è il ”Permanent portfolio” proposto da Harry Browne, che nell’ottimo algoritmo proposto da Francesco Caruso sul suo sito Cicli & Mercati, va ribilanciato in linea di massima ogni 12 mesi. Si tratta banalmente di suddividere l’investimento in modo semplicissimo: 1/4 in liquidità, 1/4 in oro, 1/4 in titoli azionari, 1/4 in bonds a lunga scadenza. E’ un portafoglio statico, senza grandi costi di commissioni, che negli anni ha praticamente sempre battuto il benchmark di fondi, borse, ecc.
Già il fatto di avere una strategia, anche semplicissima come questa, permette al risparmiatore di avere un valore aggiunto rispetto al mercato, perché si pone al riparo da azioni inconsulte dovute a timori od euforie momentanee, che spesso non aiutano a decidere nel modo migliore. I movimenti dei mercati sono abitualmente il risultato dell’irrazionalità degli investitori , e queste irrazionalità si ripetono regolarmente.
Paolo Brambilla