Café Philo

"Star Wars racconta la nostra epoca". La filosofa Ercoli ad Affaritaliani.it

di Virginia Perini

Star Wars parla di potere, forza e di un lato oscuro che, in modi diversi nel corso della storia, minaccia sempre il "mondo". Ecco, in questo modo viene descritta anche perfettamente la società in cui viviamo. Dove il lato oscuro può assumere diverse sembianze: quella della crisi economica o degli attentati di Parigi, quella dell'inquinamento atmosferico o del declino della Chiesa. Temi sui quali non solo occorre riflettere, ma che stanno inevitabilmente cambiando tutti noi e la nostra cultura. Anche le parole cambiano significato, come guerra per esempio. E riguardo alle persone e alla loro psicologia, che cosa caratterizza questi anni? La ricerca di nuove forme di identità, che gli individui, soprattutto giovani, trovano in modalità "connessa" laddove quella tradizionalmente data dal lavoro e dalla famiglia traballano. No, non si tratta più solo della "società liquida" raccontata da Baumann, qui siamo oltre, in una coltre gassosa che se da un lato nasceva in condizioni precarie e negative oggi, sottoposta ad un'analisi scevra da inutili nostalgie, può essere considerata una nuova alba. Così la precarietà, in modo diverso dal passato, può diventare fucina di professioni più creative e itineranti, la nostra "vita" digitale può diventare una proiezione in più verso il futuro e la rabbia che le nuove generazioni portano dentro, rabbia per tempi che comunque per molti aspetti sono "bui", può trasformarsi in arte. Come infatti avviene, tra libri, musica e street art.

Con Lucrezia Ercoli, filosofa e direttrice del Festival di Popsophia, uno degli eventi culturali più interessanti e originali al mondo, esploriamo queste nuove forme, dalle serie tv a Netflix, che parlano di noi, della nostra epoca e di quel capitolo che sta per aprirsi e che si chiama 2016.

 

Anno denso. Quali sono stati gli avvenimenti più importanti da un punto di vista culturale su cui sarà importante riflettere filosoficamente in futuro?

 

L’anno si è aperto il 7 gennaio con l’attentato alla sede di Charlie Hebdo e si è chiuso il 13 novembre con la strage di Parigi. Due eventi tragici e simbolici che hanno colpito al cuore il mondo e la cultura occidentali. E la filosofia contemporanea ha il diritto e il dovere di “pensare” l’impatto di questi eventi traumatici, di “sentire” le urgenze del mondo attuale. Affrontare i tabù culturali che la filosofia ufficiale ha rimosso dall’orizzonte del pensabile, a partire dalle parole “guerra”, “forza”, “nemico”. E per sfuggire all’edificante filastrocca del politicamente corretto, è fondamentale interagire con i fenomeni della cultura di massa mantenendo un atteggiamento provocatorio e dissacrante.

 

Chiudiamo il 2015 con una popolazione giovanile forse cambiata? Come sono i giovani che entrano nel 2016?

 

Le riflessioni generazionali sono le più esposte alla strumentalizzazione. Più che una costatazione sullo status quo, è necessaria una prospettiva di cambiamento. La nostra generazione, infatti, si salva solo se non si ammala perdutamente di nostalgia. Dovrebbe evitare di aggrapparsi a un’idea idilliaca di passato – economico, familiare, lavorativo, universitario – che non esiste più e che forse non è mai esistito. Meglio prendere atto dei cambiamenti e percorrere nuove strade (rischiose ma entusiasmanti). E questa è l’aspirazione di Popsophia: diventare sempre di più un crocevia di generazioni dove si scontrano linguaggi diversi e nascono nuove idee e progetti.

 

Quali fenomeni pop hanno siglato quest'anno e quali "stanno arrivando" per coinvolgerci nel 2016?

La cosa più interessante della classifica di fine anno, in realtà, è la classifica stessa. La “vertigine della lista” ha origini antiche, ma oggi assume un’importanza diversa: condividere online la lista delle cose migliori e peggiori, delle cose che amiamo e che odiamo, è diventato un bisogno imprescindibile. È questo il vero fenomeno pop dell’anno. Tramite l’esplosione dei social network, ciò che ci piace coincide con ciò che è condiviso. E l’unico prodotto italiano che ha pienamente compreso e sfruttato questa tendenza mondiale è stato X Factor. Ha puntato tutto sul coinvolgimento del pubblico, sulla condivisione in diretta – dal live tweeting al voto tramite app –  ed è stato premiato da un incredibile successo.

 

Il film dell’anno? Perché?

 “Star Wars”. Ma le motivazioni della scelta non riguardano soltanto la qualità del film uscito il 16 dicembre. Star Wars non è un semplice film che si può liquidare con una recensione. L’uscita del VII episodio della saga ha “risvegliato” un fenomeno mondiale di proporzioni inaudite. Una mitologia pop in cui il godimento fisico è legato all’acquisto dei gadget e le virtù etiche sono veicolate dalle pubblicità. Non è un caso che il film di J.J. Abrams sia una sorta di reboot nostalgico, di pastiche sospeso tra ironia e malinconia che i fan di tutto il mondo stavamo attendendo. Insomma, una preziosa occasione per la popsophia. Infatti durante il festival 2016, dal 14 al 17 luglio a Pesaro, decostruiremo la filosofia della Forza proposta dalla saga, tra conquista del potere e minaccia del lato oscuro.  

 

La serie tv? Perché?

Più che una serie tv, vorrei nominare un “contenitore”: Netflix. Il suo arrivo in Italia è una ventata di novità. Innanzitutto, per una modalità di fruizione e uno standard qualitativo sconosciuti per la tv generalista italiana. Molto interessanti, per esempio, le serie che Netflix ha realizzato con la famosa casa editrice di fumetti Marvel. Riportano l’attenzione sul bistrattato genere dei supereroi ripescando due figure emblematiche e attuali: Daredevil e Jessica Jones. Ma è solo un esempio tra i tanti possibili. Ci sono più cose nell’universo seriale che nella nostra filosofia. E dobbiamo arrenderci al fatto che gli “showrunner” – i creatori/sceneggiatori di queste produzioni – rappresentino le figure culturali più influenti e interessanti del nostro tempo.

 

Qualche bilancio di popsophia che ci fa anche capire che tempi stiamo vivendo con qualche riflessione in merito?

Per rispondere a queste metamorfosi culturali, Popsophia è in continua trasformazione. Il 2015 è stato l’anno della sperimentazione di un format inedito, un mash-up che unisce filosofia, televisione, cinema, fiction e tormentoni musicali. Il pubblico, infatti, è assuefatto al proliferare di festival estivi che seguono lo stesso copione, dalla presentazione dei libri in classifica alla tournée di concerti preconfezionati, reiterabile da Trento a Taranto. In tempi di crisi economica, bisogna lavorare su nuove idee, coerenti ma innovative. A proposito di novità: stiamo lavorando al primo Corso di Formazione di Popsophia, accreditato dal MIUR, sul tema “Estetica e filosofia delle serie tv”. La fiction rappresenta l’opera d’arte totale della società di massa in grado di mobilitare tutte le competenze e le intelligenze del mondo attuale. In questo universo si trovano le risposte più avanzate alle inquietudini della contemporaneità. Terreno ideale per formare e riformare il pensiero critico di domani.