Affari Europei
Brexit, gli scenari: May ormai out, nuove elezioni o secondo referedum
Brexit, ecco che cosa può succedere adesso
BREXIT, ECCO TUTTI GLI SCENARI POSSIBILI
Che non sarebbe stato semplice lo sapevano tutti, David Cameron in primis. Non a caso lasciò Downing Street subito dopo il risultato del voto sulla Brexit nel giugno 2016. In due anni e mezzo le trattative per definire i limiti dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea sono andate avanti senza sosta, tra annunci e smentite. E alla fine hanno partorito un topolino che lascia tutti scontenti. Theresa May è sotto attacco di tutti. I falchi dell'hard Brexit sostengono che il primo ministro si sia di fatto sottomessa in tutto e per tutto a Bruxelles. Le colombe che sognano il "remain" ovviamente non possono essere soddisfatte perché vorrebbero che Londra restasse all'interno dell'Ue. E ora, dopo tanto affannarsi, si torna a un punto di arrivo che assomiglia tremendamente al punto di partenza con tanti scenari aperti, anche in aperto contrasto tra loro.
BREXIT, THERESA MAY ORMAI SFIDUCIATA
Dopo l'accordo con Bruxelles appare ormai chiaro ciò che già si sospettava da tempo: Theresa May è ormai sfiduciata. In queste ore si stanno succedendo le dimissioni all'interno del governo. E l'opposizione parte all'attacco. Il governo conservatore "sta andando a pezzi sotto i nostri occhi". Cosi' Jon Trickett, braccio destro di Jeremy Corbyn nel governo ombra dell'opposizione laburista britannica. "Theresa May non ha piu' alcuna autorita' residua ed e' chiaramente incapace di portare a casa un accordo sulla Brexit che raccolga anche solo il sostegno della sua compagine, per non dire del Parlamento e del popolo del nostro Paese". Il ministro ombra per la Brexit del Labour, Keir Starmer, parla a sua volta di "uno sviluppo molto grave" e di un governo ormai "senza maggioranza".
BREXIT: JOHNSON, NUOVE ELEZIONI O SECONDO REFERENDUM?
Prendono allora corpo tre diverse ipotesi. La prima, la più soft, prevede la sostituzione di Theresa May con un collega di partito, magari Boris Johnson che tempo fa si era dimesso da ministro degli Esteri in disaccordo con la linea troppo morbida del primo ministro britannico. Ma non è per niente da escludere il ritorno alle urne. Ai conservatori non converebbe però il ritorno alle urne, perché probabilmente sarebbero in difficoltà di fronte al prepotente ritorno dei Labour di Jeremy Corbyn. Corbyn che però finora ha nicchiato sull'opportunità del ritorno alle urne. E allora torna d'attualità l'opzione del secondo referendum. E ci sono i numeri alla House of Commons per ottenere un secondo referendum: "La situazione ora è molto fluida, ma prevedo che a dicembre, quando esploderà la crisi parlamentare, saranno in molti a vedere il voto popolare come unica soluzione", ha dichiarato il Labour Lord Adonis, ex consigliere di Tony Blair ed eminenza grigia del "remain". E' passato tempo ma è ancora tutto in gioco.