Affari Europei
Brexit, "leave" a rischio: tempi più lunghi e Ue più forte nei negoziati
I tempi per la Brexit si allungano. In Parlamento la divisione tra falchi e colombe indebolisce Londra nei negoziati con l'Ue
Tempi lunghi, cammino incerto e governo più debole nei negoziati con Bruxelles. Ecco le conseguenze del pronunciamento della Corte Suprema britannica che ha bocciato il ricorso del governo di Theresa May imponendo che le procedure della Brexit prendano il via solo dopo il voto del Parlamento di Londra. Jeremy Crobyn invita i laburisti a non bloccare l'attivazione che non dovrebbe essere a rischio ma la divisione in Parlamento tra falchi e colombe indebolisce Londra.
BREXIT, STRADA PIU' DIFFICILE PER THERESA MAY
Per il governo di Theresa May si complica il cammino verso la Brexit: la Corte suprema britannica ha infatti respinto il ricorso di Downing Street e ha confermato definitivamente la sentenza di primo grado dell'Alta corte che a novembre aveva imposto di consultare il Parlamento per attivare le procedure per l'uscita dall'Ue. Con 8 giudici a favore e 3 contrari, la Corte suprema ha ribadito che il referendum del 23 giugno sulla Brexit aveva un valore puramente consultivo e che quindi "il governo non può attivare l'articolo 50 del trattato di Lisbona", quello che regola il divorzio da Bruxelles, "senza un atto del Parlamento che lo autorizzi a farlo".
TEMPI LUNGHI E BATTAGLIA TRA FALCHI E COLOMBE
In realtà la Brexit non dovrebbe essere a rischio. La maggioranza è ampiamente pro-Leave. Del resto, nessuno sembra voler annacquare la Brexit. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, ha spiegato che il suo partito "rispetta il referendum e la volonta' popolare e non frustrerà il processo per l'attivazione dell'articolo 50". In precedenza un suo portavoce aveva preannunciato che il Labour avrebbe presentato emendamenti miranti a non trasformare il Regno Unito in un paradiso fiscale. Ci saranno comunque conseguenze sul negoziato e sulle modalità della Brexit. Sarà infatti il Parlamento a dover stabilire i termini del mandato della May per trattare l'uscita e qui ci sarà una battaglia tra falchi e colombe. Il "Leave" potrebbe dunque essere diverso da come lo abbiamo conosciuto finora.
CONSEGUENZE NEGATIVE SULL'ECONOMIA E UE PIU' FORTE NEI NEGOZIATI
La decisione della Corte suprema non ha colto di sorpresa i mercati che hanno reagito con un lieve calo della sterlina. Ma l'allungamento inevitabile dei tempi crea incertezza, fattore che in economia non è mai positivo. La battaglia che si crea sulle modalità della Brexit fanno comunque comodo all'Unione Europea. Chiaramente un Regno Unito diviso tra falchi e colombe sulle modalità del Leave non può che far piacere a Bruxelles, che si ritroverà in una posizione di favore.
ESULTANO GLI EUROPEISTI UK
Intanto esultano gli europeisti. Gina Miller, l'imprenditrice che per prima aveva sollevato la questione del voto della Camera dei Comuni, ha osservato trionfante che "solo il Parlamento è sovrano" e "nessun governo può aspettarsi che le sue azioni non debbano essere scrutinate e valutate". La May può consolarsi almeno con il fatto che la Corte suprema ha chiarito che il governo non ha l'obbligo di consultare i parlamenti di Galles, Irlanda del Nord e Scozia. Il coinvolgimento dei tre parlamentini rischiava di trasformarsi in una trappola politica, in quanto le tre regioni sono contrarie all'uscita dall'Ue.