Affari Europei
Brexit, prende quota l'ipotesi secondo referendum: Theresa May alle strette
I negoziati sulla Brexit entrano nella fase finale. Theresa May alle strette. E cresce l'ipotesi di un secondo referendum
Brexit alla fase finale. Ministri pro-divorzio: meglio no-deal
Per la premier britannica Theresa May "i negoziati per la nostra uscita (dall'Ue) sono adesso nella fase finale" ma non ci saranno fughe in avanti e concessioni verso Bruxelles soltanto per mantenere in vita il summit di novembre sulla Brexit, ha avvertito. Una mossa che cerca di calmare i ministri pro-divorzio che oggi, secondo il Telegraph, avvertiranno May che è meglio un mancato accordo che sottostare alle richieste europee. Dominic Raab, ministro per la Brexit, e due dei principali esponenti del fronte pro-Brexit, Andrea Leadsom e Liam Fox utilizzeranno la riunione del governo per avvertire la premier che le richieste europee sono "completamente inaccettabili". Secondo il Telegraph ieri sera c'è stato un incontro nell'ufficio di Fox per discutere dei temi più caldi, tra cui il backstop, la questione del confine irlandese. A questo terzetto dovrebbero unirsi il ministro dell'Ambiente Michael Gove, il titolare della Giustizia Geoffrey Cox e il ministro per lo Sviluppo internazionale Penny Mordaunt. "Stiamo lavorando molto duramente, durante notte, per fare progressi sulle questioni rimanenti dell'accordo di uscita, che sono determinanti", ha spiegato May ieri sera. "Entrambe le parti vogliono raggiungere un accordo, ma quello su cui stiamo negoziando è tremendamente difficile".
BREXIT: EX PREMIER GORDON BROWN, SERVE SECONDO REFERENDUM
L'ex premier laburista britannico Gordon Brown si aggiunge a chi chiede un secondo referendum sulla Brexit. A due anni dalla decisione di uscire dall'Ue, nessuna delle questioni importanti sui futuri rapporti con l'Ue e i trattati commerciali è stata risolta, e la fretta della premier Theresa May di concludere sarà inevitabilmente seguita da anni di negoziati, ha detto Brown in un intervento al think tank Government Institute a Londra, riferisce il Guardian. Se la Camera boccerà l'accordo, i deputati dovranno chiedere di rinegoziare l'intesa con Bruxelles, ma ad un certo punto l'opinione pubblica vorrà dire la sua, ha argomentato Brown. "Ritengo - ha affermato - che un referendum ci sarà perché la gente arriverà alla conclusione che dal 2016 la situazione è cambiata e vorrà dire la sua". Le sue parole giungono mentre la May appare sempre più in difficoltà sulla sua proposta di accordo con Bruxelles, mentre salgono le proteste in seno al suo partito conservatore sia dai 'Brexiter' che dagli europeisti.