Affari Europei
Elezioni Polonia, l'Ue tifa per l'opposizione. Ma Kaczynski è super favorito
Il nazionalista Kaczynski, alleato della Meloni al Parlamento europeo, largamente favorito alle elezioni in Polonia. Opposizione in crescita ma divisa
ELEZIONI POLONIA, ULTIMI SONDAGGI: KACZYNSKI STRAFAVORITO
A poche ore di distanza dalle elezioni politiche in Polonia di domenica 13 ottobre, sembrano non esserci dubbi: i sondaggi confermano la forte posizione del Pis, il partito conservatore del leader Jaroslaw Kaczynski, e un ancor più rilevante sostegno per tre partiti di opposizione Coalizione civica (Ko), Sinistra (Lewica) e Coalizione polacca (Kp), che però si presentano divisi. Secondo il sondaggio dell'istituto "Kantar", il Pis potrebbe raccogliere il 42% delle preferenze, Ko il 29%, Sinistra il 13% e KP il 4% dei voti, per un totale di 46 punti. Nel futuro parlamento entrerebbe anche "Confederazione", di destra, con un 5% delle preferenze. Gli indecisi costituiscono il 6% della popolazione e proprio i loro voti potrebbero essere decisivi. Secondo il sondaggio l'affluenza potrebbe raggiungere 78%, quota record dal 1989 quando aveva votato il 62,7% dei polacchi.
ELEZIONI POLONIA, IL PROGRAMMA ELETTORALE DI KACZYNSKY
Al potere dal 2015, Diritto e giustizia è riuscito a costruire molti dei propri consensi intorno alle promesse di welfare, e pensa di riuscire a vincere anche questa seconda tornata elettorale in una maniera simile. I cinque punti programmatici fondamentali che il partito pensa di realizzare nei primi 100 giorni di governo sono stati recentemente annunciati dal segretario del partito, Jaroslaw Kaczynski. Si tratta del cosiddetto "piccolo-Zus", ovvero una riduzione dei contributi previdenziali, dell'introduzione della 13ma e 14ma mensilità pensionistiche, della previsione di un pacchetto di esami sanitari di controllo preventivo gratuito per over-40, della costruzione di 100 nuove tangenziali e infine di un piano per conquistare la parita' dei contributi europei per gli agricoltori polacchi rispetto a quelli stranieri.
POLONIA, I GRANDI NUMERI DELL'ECONOMIA E LO SCONTRO CON L'UE
Dal 2004 al 2014, vale a dire nei primi dieci anni dopo l'ingresso nell'Ue, il pil della Polonia è raddoppiato (48,7%), con il valore complessivo degli investimenti esteri in Polonia quadruplicato e la drastica diminuzione della disoccupazione. L'utilizzo dei fondi Ue ha agevolato un rilancio economico che si fa sentire in maniera benefica ancora oggi. Nel 2018 l'economia è cresciuta del 4% e secondo le previsioni continuerà a farlo del 3,7% nel 2019. La disoccupazione, in calo, si attesa al 6,1%. Il tutto mentre il governo ha recentemente approvato un aumento delle pensioni minima. Situazione che non può che favorire l'esecutivo a guida PiS. Nonostante gli innegabili vantaggi dell'ingresso nell'Ue, il rapporto con Bruxelles è al centro del dibattito politico polacco.
L'ULTIMA MOSSA DELLA COMMISSIONE UE SULLA GIUSTIZIA POLACCA
Tanto che dall'Europa ha fatto irruzione l'ultima novità di cui si parla in campagna elettorale. La Commissione europea ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell'Ue per il nuovo regime disciplinare dei giudici polacchi, chiedendo un procedimento accelerato. Il 3 aprile 2019 la Commissione aveva avviato una procedura d'infrazione ritenendo che il nuovo regime disciplinare compromette l'indipendenza giudiziaria dei giudici polacchi e non dia le necessarie garanzie per tutelarli dal controllo politico. Kaczkynski, nello stesso eurogruppo dell'italiana Giorgia Meloni, spera che questo possa persino avvantaggiarlo alle urne di domenica.