Affari Europei
Migranti, gli Stati Ue chiudono i porti. Svolta sulle ong
Dal vertice di Tallinn l'Italia torna a mani (quasi) vuote. Chiusi i porti degli altri Stati Ue, sí a regole per le ong e aiuti alla Libia
L'Italia ha ottenuto a Tallinn un sostegno formale per l'insostenibile situazione degli arrivi di migranti dal Mediterraneo centrale, ma non c'e' stata nessuna apertura da parte degli altri paesi Ue sulla questione della ripartizione degli arrivi sui porti di altri paesi mediterranei. Come ha sottolineato Marco Minniti al termine di una mattinata di discussioni al Consiglio informale dei ministri degli Interni Ue sotto la guida della presidenza estone, "le questioni poste dall'Italia hanno avuto un rilievo. Il lavoro da fare e' impegnativo e complicato ma sul piano di azione della Commissione, e in particolare il sostegno alla Libia, il codice di condotta per le Ong e i rimpatri, il sostegno e' stato quasi unanime". Ma, ha aggiunto, se "la regionalizzazione della missione Triton non era all'ordine del giorno di questa riunione, e' pero' evidente che ci sono posizioni contrastanti: noi manteniamo il nostro punto di vista, altri mantengono il loro: ne discuteremo nella sede formale di Frontex con la necessaria fermezza". Minniti ha nel suo intervento particolarmente insistito sulla necessita' di aumentare l'impegno Ue e dei singoli paesi in Libia, sottolineando l'ampio divario con l'investimento (3 miliardi) fatto l'anno scorso per bloccare la rotta balcanica. "Gli investimenti in Libia sono insufficienti - ha detto - ho riscontrato la disponibilita' dei singoli stati ad aumentarli".
Paesi Ue preoccupati per la situazione nel Mediterraneo
Nella dichiarazione diffusa dalla presidenza al termine della mattinata, fatto straordinario per un consiglio informale, si sottolinea la "grande preoccupazione" suscitata nei paesi Ue per la situazione nel Mediterraneo centrale e la pressione sull'Italia. E si sottolinea il sostegno su Libia, codice di condotta per le Ong e rafforzamento della politica di rimpatri. Nella dichiarazione c'e' solo un accenno alla "riunione convocata per la prossima settimana dall'Agenzia per i confini e la guardia costiera europea (Frontex, ndr) per discutere dell'operazione Triton". In mattinata, prima della discussione, alcuni governi avevano bocciato la proposta italiana. In particolare, il ministro tedesco aveva detto di non sostenere l'idea di regionalizzare le operazioni di salvataggio: il rischio, ha spiegato un diplomatico di Berlino, e' di creare un "pool-factor", un fattore di attrazione per i migranti, e di creare divisioni fra i paesi. Il tema e' anche legato a quello della riforma delle regole di Dublino del diritto di asilo: come si legge nella dichiarazione congiunta, i 28 sottolineano "la necessita' di continuare il lavoro con la massima priorita' sulle proposte legislative di riforma del sistema di asilo comune, basata sui principi di solidarieta' e responsabilita' con l'obiettivo di assicurare una politica dell'immigrazione olistica e soluzioni sostenibili di lungo termine". Secondo alcuni osservatori, rivedere le regole di sbarco dei migranti estendendola ad altri porti oltre a quelli italiani sarebbe in realta' un altro modo di riformare le norme di Dublino.
I ministri Ue, "pressione su Italia preoccupa tutti"
Al termine di una mattinata di discussione sulla crisi migratoria a Tallinn, in Estonia, i ministri dell'Interno dell'Unione europea hanno sottolineato in una dichiarazione congiunta a che "la situazione nel Mediterraneo centrale e la risultante pressione sull'Italia e' una grande preoccupazione per tutti gli Stati". La scelta di diffondere una dichiarazione congiunta non era scontata, visto che normalmente i Consigli informali ospitati dalla presidenza di turno non hanno potere decisionale e non realizzano conclusioni scritte. Ma l'emergenza migratoria, le richieste dell'Italia e il piano di azione della Commissione europea hanno condotto la discussione su binari piu' concreti. La dichiarazione rappresenta un consenso politico al piano di azione, ed entra nel dettaglio delle azioni prioritarie (le azioni per il rafforzamento della guardia costiera libica e in generale la stabilizzazione del paese, la realizzazione di un codice di condotta per le Ong, l'incremento dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale).
Inoltre, sottolinea che i paesi Ue danno il loro "pieno sostegno all'Italia nell'attuazione di una politica dell'immigrazione concreta, nella riduzione dei fattori di attrazione, nell'assicurare il 100% dell'identificazione, registrazione e presa di impronte digitali di tutti i migranti, nel garantire una rapida identificazione di quelli che hanno diritto alla protezione e i rapidi rimpatri degli altri". Il ministro Minniti ha ribadito l'impegno ad attuare "pienamente le attuali politiche sul diritto di asilo e sui rimpatri", mentre gli altri "si sono impegnati a fare tutti i passi necessari per garantire che quelli che rispettano i criteri siano redistribuiti dall'Italia".