Migranti, nuovo braccio di ferro tra Unione europea e Ungheria
Il governo Orban ha chiesto a Bruxelles 400 milioni per la costruzione del muro anti-migranti. Intanto i giudici europei stanno per decidere sui ricollocamenti
L'idea di chiedere all'Unione europea 400 milioni di euro per la costruzione del muro anti-migranti sembra piú una trovata ad uso propagandistico interno piuttosto che una reale richiesta. Tanto che la risposta di Bruxelles non si é fatta attendere: "Non finanziamo muri o barriere alle frontiere esterne", ha detto un portavoce della Commissione europea, Alexander Winterstein, dopo che Viktor Orban ha chiesto all'Unione un contributo da 400 milioni per la barriera costruita nei mesi scorsi ai confini con la Croazia e con la Serbia, per contrastare l'ingresso di migranti all'interno del paese.
La politica migratoria non é un menu a la carte
La Commissione e' pronta a sostenere misure di sorveglianza o controlli alle frontiere, ha spiegato il portavoce sottolineando che l'esecutivo comunitario esaminera' comunque la richiesta dell'Ungheria. Tuttavia "la solidarieta' e' una strada a due sensi: tutti gli Stati membri devono essere pronti a contribuire", ha detto il portavoce. La Commissione ha avvertito Orban che la solidarieta' "non e' un menu' a' la carte dove si sceglie un piatto come la gestione delle frontiere, mentre se ne rifiuta un altro, come la redistribuzione dei rifugiati".
In arrivo la sentenza sui ricollocamenti
E proprio sulla questione della ridistribuzione dei rifugiati stanno per arrivare importanti novitá. Mercoledì infatti i giudici della Corte di giustizia dell'Unione europea si pronunceranno sul ricorso avanzato da Ungheria e Slovacchia (al quale si é aggiunta la Polonia) nei confronti del piano di ricollocamento dei migranti all'interno dell'Unione. Piano che prevedeva che 120mila richiedenti asilo ospitati in Italia e in Europa fosse redistribuiti all'interno dell'Unione europea.
In arrivo una bocciatura del ricorso di Visegard
I Paesi di Visegard (gli Stati dell'Est contrari all'accoglienza dei migranti) riceveranno probabilmente una bocciatura. L'avvocato generale Yves Bot si é infatti detto contrario all'accoglimento e nella maggior parte dei casi i giudici seguono le conclusioni dell'avvocato generale.
La decisione del Consiglio poi disattesa dall'Est Ue
Nel 2015, proprio nel momento di massima crisi, il Consiglio europeo, e dunque tutti i Ventotto Stati membri dell'Unione europea, presero la decisione di redistribuire 120mila migranti dall'Italia e dalla Grecia nel resto d'Europa. Ad oggi solo poche centinaia di persone sono partite a causa di un dietrofront degli esecutivi nazionali, dovuto sostanzialmente ad interessi politici interni,
Il ricorso dell'Est
La Slovacchia e l'Ungheria, che, al pari della Repubblica Ceca e della Romania, hanno votato in Consiglio contro l'adozione della decisione, hanno chiesto alla Corte di Giustizia di annullarla adducendo, da un lato, motivi tesi a dimostrare che la sua adozione è viziata da errori di ordine procedurale o legati alla scelta di una base giuridica inappropriata e, dall'altro, che essa non è né idonea a rispondere alla crisi migratoria né necessaria