Affari Europei

Siria, la Germania si scopre interventista: "Zona di sicurezza internazionale"

La proposta della Germania: creare una 'zona di sicurezza' internazionale nella Siria del nord

Siria: media tedeschi, proposta zona di sicurezza è "rottura tabu'"

E' la "rottura di un tabù tedesco" la proposta di Annegret Kramp-Karrenbauer, ministra alla Difesa del governo guidato da Angela Merkel, di creare una 'zona di sicurezza' internazionale nella Siria del nord per dare "un contributo" ad una soluzione dopo l'offensiva dell'esercito di Ankara. Un'idea che ha ricevuto l'endorsement della cancelliera, nonostante che abbia scatenato notevole irritazione, per non dire preoccupazione, tra gli stessi alleati della Grosse Koalition, irrompendo con prepotenza nel dibattito pubblico tedesco, con i principali giornali che non esitano ad affrontare di petto il tema. "Lamentarsi, sapere tutto meglio, guardare gli altri sulle dita, e possibilmente non fare niente, soprattutto quando c'è anche il più lontano odore di militare: questa è la tradizione della Repubblica federale in politica estera": è la Zeit a rompere il ghiaccio, con un commento di Ulrich Ladurner, secondo il quale creare una zona di sicurezza in Siria "non è possibile senza soldati tedeschi". Già solo per questo si tratta della "rottura di un tabu'", dato l'abituale approccio ai temi militari della Germania dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi. "Ma era l'ora", commenta la Zeit, che argomenta: "Da molti anni c'è una dissonanza tra il dibattito di politica estera in Germania e le realtà di questo mondo. Come i soldati tedeschi impegnati per molti anni hanno vissuto sulla propria pelle".

La mossa della Germania in Siria

A detta di Ladurner, "la Germania finge di essere cieca, perché fa comodo. Quanto è durato prima che si dicesse quello che era davvero, ossia che i soldati della Bundeswehr si trovavano in guerra? E' soltanto a malapena entrato nella consapevolezza tedesca che la Bundeswehr è impegnata in missione in Paesi pericolosi. Siì e' noto che e' in missione in Afghanistan o in Mali. Ma non se ne sa molto di più". Aggiunge la Zeit che "il tempo della cecità è finita" e che non è più possibile "nascondere l'impotenza europea". In sostanza: "Chi aiuta i curdi, senza i quali non sarebbero stati vinti i terroristi dell'Isis, se i soldati Usa non lo fanno piu'?". Del "più grande azzardo della politica tedesca di Difesa ed estera" parla invece lo Spiegel, secondo cui la proposta di AKK "può essere giusta, dato che la debolezza dell'Europa in Siria è evidente. Anche se bisogna aggiungere che a questa debolezza ha contribuito anche la Germania". Il riferimento è alla richiesta americana di stazionare nella Siria settentrionale soldati tedeschi, accolta da Berlino molto negativamente. Dunque adesso - si chiede il settimanale amburghese - siamo ad una "ad una radicale inversione di rotta"? Basta dirlo apertamente, commenta Severin Weiland, che non a caso ricorda l'esempio Afghanistan, "dove hanno la vita 3485 soldati Nato, di cui 55 tedeschi".