Affari Europei

Tempi di pagamento della PA, Bruxelles deferisce l'Italia alla Corte Ue

A causa dei tempi lunghi dei pagamenti della Pubblica amministrazione la Commissione Ue ha deferito l'Italia davanti alla Corte di Giustizia europea

 

La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte Ue di giustizia "per il sistematico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti nelle transazioni commerciali". Lo ha annunciato oggi l'esecutivo comunitario. Pur riconoscendo gli sforzi fatti dalle autorita' italiane per ridurre i tempi, la Commissione rileva che servono ancora 100 giorni in media per effettuare i pagamenti. "Secondo la direttiva sui ritardi di pagamento - spiega Bruxelles - le amministrazioni pubbliche sono tenute a pagare le merci e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni dal ricevimento della fattura.

I ritardi nei pagamenti della PA mettono in difficoltà soprattutto le PMI

La Commissione attribuisce grande importanza alla questione dei ritardi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, constatata in diversi Stati membri, e persegue una rigorosa politica di applicazione della direttiva in materia. La puntualita' dei pagamenti e' particolarmente importante per le piccole e medie imprese (PMI), che confidano in un flusso di cassa positivo per assicurare la propria gestione finanziaria, la propria competitivita' e, in molti casi, la propria sopravvivenza.

La Pubblica amministrazione ha fatto degli sforzi, ma sono insufficienti

La Commissione riconosce gli sforzi compiuti dal governo italiano per migliorare la situazione in seguito all'avvio della procedura di infrazione con lettera di costituzione in mora nel giugno 2014 e il successivo invio del parere motivato nel febbraio 2017. A piu' di tre anni dall'avvio della procedura di infrazione, tuttavia, le amministrazioni pubbliche italiane necessitano ancora in media di 100 giorni per saldare le loro fatture, con picchi che possono essere nettamente superiori. La Commissione ha pertanto deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE".