Zanni ad Affari: banche in crisi, rischiamo l'arrivo della Troika
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Onorevole Zanni, qual é la lettura che dà dello scontro a cui abbiamo assistito tra Matteo Renzi e il presidente della Commissione Ue Juncker?
“Si tratta di un battibecco solo di facciata. Le questioni importanti da entrambe le parti sono essenzialmente due. La Commissione Ue ha paura che Renzi vada ad elezioni a breve, utilizzando l'Ue come capro espiatorio per una ripresa che non arriva. Juncker inoltre ha paura di mettersi contro un altro Stato membro che in Consiglio può bloccare dossier importanti, come l'accordo con la Turchia sulla questione dei migranti”.
Di che cosa ha paura invece Matteo Renzi?
“Renzi ha paura di vedere un ciclo economico che non migliora e la Commissione che blocca sia l'introduzione della 'bad bank' sia i nuovi margini di flessibilità. Non scordiamoci che Bruxelles a marzo dovrà dare il giudizio finale sulla Legge di Stabilità. Probabilmente verrà bocciata e sarà necessaria una manovra aggiuntiva”.
Perché per l'Italia é così importante il capitolo bad bank?
“C'é ormai un ammontare enorme di crediti deteriorati che presto arriverà ad un punto di non ritorno. Il rischio é che nel primo semestre 2016, senza una bad bank, le banche dovranno svalutare i loro portafogli a causa crediti deteriorati. La Bce sta andando nei vari istituti italiani proprio per valutare meglio questi portafogli. Potrebbero emergere nuovi buchi...”.
Quali sono le vie di uscita?
“Uno, coprire le perdite tramite aumenti di capitale, ma non ci sono i soldi. Due, grandi gruppi bancari esteri o italiani potrebbero acquisire le banche in crisi. Oppure la terza via é il bail-in: un disastro”.
Cosa succede dopo?
“Se la crisi bancaria diventa sistemica a quel punto Roma dovrà chiedere l'intervento del Meccanismo europeo di stabilita, il Fondo Salva-Stati insomma, che dovrà ricapitalizzare le banche, come é successo in Grecia, e di fatto l'Italia sarebbe commissariata. E da qui poi parte un discorso pericoloso: abbiamo davanti l'esperienza della Grecia con la Troika”.
Secondo lei quale potrebbe essere la soluzione per l'Italia?
“Io credo che l'unica soluzione sia uscire dalla moneta unica, altrimenti la prospettiva é che presto o tardi la Troika arriverà anche in Italia a somministrare le sue ricette di rigore e austerity. Anche perché la Bce ha un potere enorme: obbligare le grandi banche a svalutare i portafogli”.
A quanto ammontano i crediti inesigibili?
“Bankitalia stima circa 200 miliardi di euro. Poi ci sono analisti indipendenti che arrivano a 3-400 miliardi. Ma i calcoli sono difficili da fare. Stiamo comunque parlando di centinaia di miliardi. Quasi un terzo del Pil dell'Italia”.
La Borsa Italiana sta calando giorno dopo giorno. La speculazione può tornare a mettere nel mirino il nostro Paese?
“Il crollo delle borse é relativo al fatto che la Bce ha mandato i suoi ispettori in diverse banche, come Carige, Mps e Unicredit, per valutare di nuovo il peso nei loro portafogli dei crediti deteriorati. Sta accadendo quello che accadde con il Banco Espirito Santo. Fallisce, fanno il bail-in separando good bank e bad bank. Poi qualche mese fa é arrivata la Bce, ha rivisto gli asset del Novo Banco e ha imposto una nuova svalutazione dei crediti deteriorati”.
Potrebbe succedere anche a noi?
“Assolutamente sì, magari con le quattro nuove banche nate dopo il decreto salva banche. Io non ci metto affatto la mano sul fuoco che non ci siano altri crediti deteriorati”.