Brandizzo, 4 vittime senza specializzazione. "Quando dico treno spostatevi"

La famiglia di Laganà sul filmato del 22enne: "È la prova che lavoravano in modo pericoloso: e non era occasionale". IL VIDEO

Di Redazione Cronache
La strage del treno a Brandizzo
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Brandizzo, tra mancati permessi e direttive gridate a voce. Tutto il dramma di una tragedia annunciata

Continua a far discutere e indignare la tragedia di Brandizzo costata la vita a cinque operai, travolti da un treno che viaggiava a 106 km/h. È bastata una verifica in cassa edile per scoprire quello che era un sospetto circolato già durante la manifestazione organizzata dai sindacati lunedì a Vercelli: alla Si.gi.fer. quasi tutti i lavoratori (ben 73) - riporta La Stampa - hanno la qualifica di operai comuni. Appena 18 sono operai qualificati e 35 sono gli operai specializzati. "Questo vuol dire che hanno il livello più basso - spiega Claudio Papa segretario generale della Feneal Uil Torino - invece sono chiamati a svolgere mansioni per cui non si può essere operai comuni. Avere 73 operai comuni vuol dire che c’è già un problema". E nella squadra travolta dal treno sembrerebbe - secondo gli investigatori - che quattro fossero proprio operai comuni.

GUARDA IL VIDEO DEGLI OPERAI POCO PRIMA DELLA TRAGEDIA

Il video a mezz'ora dalla strage di Brandizzo di una delle vittime, il più giovane di tutti che aveva appena 22 anni, ha fatto emergere tutta la verità. Cinque operai di Borgo Vercelli sono stati travolti e uccisi da un treno mentre erano al lavoro sulle rotaie, a scampare alla strage solo il tecnico manutentore di Rfi Antonio Massa e il caposquadra Andrea Gibin. Gli ordini arrivavano a voce: "Quando vi dico treno voi spostatevi". Il filmato del 22enne non era mai stato pubblicato ed era rimasto nelle bozze di Instagram, trovato da un parente che aveva accesso al profilo e condiviso con i magistrati.

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"Quanto al merito (del video, ndr), - fanno sapere gli avvocati - si continua a ritenere il video assai utile alla ricostruzione della vicenda, posto che dalle immagini sembrerebbe emergere un modus operandi non occasionale con direttive impartite ai lavoratori assai pericolose per la sicurezza degli stessi. Il che fa sorgere dei dubbi anche sull’adeguatezza tecnica dei sistemi di comunicazione e di sicurezza. Sul punto e sulle relative indagini si ribadisce la totale fiducia nell’operato della procura di Ivrea".

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