Politica

Tolkien alla Galleria d’Arte Moderna, errore di Meloni: la letteratura non si espone

di Maurizio De Caro

La premier rende omaggio al suo scrittore preferito, ma nella location sbagliata

Tolkien Tolkien alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea: l'idea di Giorgia Meloni

Il grande scrittore J.R.R. Tolkien ha avuto un merito inconscio: quello di riuscire a incarnare l’immaginario fantasy di una vasta area politica, attraverso i suoi romanzi più importanti e popolari, Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, e il Silmarillion.

Quella destra europea che ha fagocitato convulsamente le sue dotte citazioni, le iperboli linguistiche arcaiche, reali o inventate, ci ricorda pericolosamente quanto il Nazismo si sia nutrito di Wagner e dei Nibelunghi per costruire una sua improbabile colonna sonora.

Ed è anche il caso, molto italiano e spesso fonte delle interminabili discussioni sui cosiddetti Campi Hobbit - meta preferita della giovanissima Giorgia durante la sua adolescenza politica - mentre meno importanti sono stati i tentativi Hitleriani di rubare l’arte celestiale del grande compositore di Lipsia, attraverso l’uso improprio del suo antisemitismo.

Ora siamo nell’era post-ideologica e le neo-aree politiche hanno bisogno di costruirsi i simulacri, anche culturali, che ne giustifichino l’ascesa. Giorgia dopo neppure un anno di accesso al Trono, non di Spade, né di bastoni, ha affrontato una sua idea di progetto espositivo-culturale sull’opera dell’immaginifico scrittore e ha deciso di dargli uno spazio museale romano molto importante ma affaticato come la GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

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