Vaccino, dalla Consulta schiaffo agli scettici: "Obbligo a sanitari legittimo"
La Consulta: "Obbligare al vaccino contro il Covid i sanitari non è stato irragionevole, ed è stato imposto da dati scientifici"
Vaccino obbligatorio ai sanitari, per la Corte costituzionale le scelte del legislatore sull’imposizione al personale sanitario non sono irragionevoli, né sproporzionate: la sentenza
In Italia, come nel mondo intero, la pandemia da Covid-19 ha posto interrogativi talvolta drammatici sull’adozione delle misure normative e sanitarie per il contrasto alla diffusione del virus.
Uno dei quesiti principali ha riguardato l’obbligo vaccinale, se fosse giusto o no, soprattutto per gli operatori sanitari. L'obbligo ha minato le libertà dei cittadini? Su questo interrogativo l'Italia si è divisa, anche a livello politico. Il Centro Destra, ad esempio, chiedeva a gran voce lo stop dell'obbligo vaccinale contro il Covid-19 e, con lui, milioni di italiani.
Mette un punto fermo all'intera questione la sentenza della Corte Costituzionale pronunciata in data 1° dicembre 2022 e depositata oggi 9 febbraio 2023, la quale non consente più margini giuridici di discussione.
L'obbligo vaccinale introdotto per il Covid per il personale sanitario non costituisce una misura irragionevole né sproporzionata se l'obiettivo è quello di prevenire la diffusione del virus e di salvaguardare la funzionalità del sistema sanitario. È questo che si legge nella sentenza della Corte costituzionale n.14 e n.15 del 2023, che continua: "La previsione, per i lavoratori impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie, dell'obbligo vaccinale per la prevenzione dell'infezione da Sars-Cov-2 anziché di quello di sottoporsi ai relativi test diagnostici (ad esempio il tampone), non ha costituito una soluzione irragionevole o sproporzionata rispetto ai dati scientifici disponibili".
La Corte ha dovuto pronunciarsi su diversi dubbi posti dai tribunali di Brescia, Catania e Padova, dal Tar della Lombardia e dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia. Alcuni riguardavano la stessa legittimità dell'obbligo, altri la proporzionalità delle sanzioni, soprattutto con riferimento ai lavoratori a distanza, e la sicurezza dei vaccini.
La Corte ha respinto tutte le questioni sollevate sia pure con modalità diverse. La sentenza, ricorda l’Ansa, si pone in linea con la giurisprudenza della Corte che già nel 2018 si era pronunciata a favore dell'obbligo vaccinale in presenza di tre condizioni: se migliora la salute dell'individuo e della collettività, se le conseguenze sono tollerabili e se, in caso di danni ulteriori e non prevedibili, è previsto un equo indennizzo.