Barilla, suddivisione in tre poli e maxi-investimenti da 1 mld: il riassetto

Approvata la nuova organizzazione, ruolo strategico per la holding di Amsterdam ma Parma resterà centrale

di Redazione Economia
Guido Barilla, racconta il padre Pietro: fondatore dell'impero. Foto Lapresse
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Barilla, i tre poli e gli investimenti. La nuova mission del gruppo tra Italia e Paesi Bassi

Barilla cambia il suo assetto societario, arrivano grosse novità per il gruppo di Parma che annuncia anche un maxi investimento da 1 miliardo, la metà di questi soldi riguarderà progetti in Italia. Dal 2024 il gruppo Barilla - si legge sul Corriere della Sera - avrà un nuovo formato societario. Nei mesi estivi ha preso corpo il riassetto del colosso italiano della pasta che mira ad accelerare la propria crescita internazionale. Il cuore e la testa dell’azienda rimarranno a Parma, ma il piano di riorganizzazione fa perno su una holding olandese, la neo-costituita Barilla International BV, con sede ad Amsterdam. Sarà il polo europeo del gruppo e a tendere conterà su un organico di oltre 150 persone, perlopiù appartenenti alle divisioni di marketing, finanza e legale.

Al vertice della piramide - prosegue Il Corriere - rimarrà la Barilla Holding, la cassaforte di Parma che fa capo alla quarta generazione della famiglia Barilla, che controllerà l’85% dell’olandese Barilla International (il restante 15% apparterrà a Gafina, veicolo della famiglia elvetica AndaBührle, azionista della banca di Zurigo Ihag). La holding emiliana redigerà il bilancio consolidato del gruppo e soprattutto ne detterà le linee strategiche, assumendo tutte le decisioni rilevanti per il futuro del gruppo: grandi contratti, eventuali dismissioni e acquisizioni.

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Per portare a termine questi progetti, Barilla ha previsto nei prossimi cinque anni investimenti per un miliardo di euro. Circa metà dei fondi saranno destinati all’Italia, mercato che vale il 37%dei 4,7 miliardi diricavi del gruppo, conta 15 stabilimenti e oltre 4000 dipendenti diretti. Nel Paese d’origine della multinazionale, però, i margini di crescita per i consumi di pasta, sughi e prodotti da forno sono ormai risicati. Da qui la volontà della società di accelerare l’espansione all’estero.

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