Bce: “La crescita proseguirà nel 2023". Calo record nella domanda di prestiti

La Bce conferma il trend in crescita del Pil Ue nel secondo trimestre

di Redazione Economia
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Bce: "La crescita del Pil sta crescendo e continuerà nel secondo trimestre 2023"

Il Pil dell'area dell'euro nel primo trimestre dell'anno e' salito dello 0,1%, dopo aver ristagnato alla fine del 2022, e "i dati che finora sono stati resi disponibili segnalano per il secondo trimestre del 2023 la prosecuzione di una crescita positiva, anche se moderata". E' quanto si legge nell'ultimo bollettino mensile della Banca centrale europea. Il vice presidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, ha confermato che la politica monetaria dell’Eurozona resta rigida verso il credito e quindi, i tassi di interesse continueranno a crescere; supereranno il 4% entro l’estate. L’economista spagnolo, intervistato da Il Sole 24ore, ritiene che solo queste condizioni possano tenere al sicuro la stabilità finanziaria dell’Europa.

A proposito dell’entità dei rialzi, il vice presidente della Bce ha chiarito : “L’aumento ‘normale’ dei tassi in politica monetaria è un quarto di punto. I rialzi da 50 e 75 punti base sono stati dei passi straordinari per rispondere a un’inflazione molto alta. Dovevamo innalzare i tassi di 375 punti base, è stata una fase importante e l’inflazione infatti sta scendendo. Ora siamo arrivati alla fase finale del nostro viaggio di inasprimento monetario, e dunque torniamo alla normalità, ai passi da 25 punti base” spiega De Guindos. Questa è stata la decisione presa dal Consiglio direttivo nella riunione di politica monetaria dello scorso 4 maggio.

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Tassi di interesse oltre il 4% in estate

Era una tempesta annunciata, già a marzo infatti il report della Banca d’Italia (”Banche e moneta: serie nazionali”) rilevava che i tassi di interesse sui mutui erogati - comprensivi del TAEG - si attestassero al 4,36%, in aumento dello +0,24 punti percentuali in un solo mese e oltre il doppio rispetto a marzo 2022 (2,01%). In proposito Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), aveva commentato: “Una pessima notizia! Rispetto a marzo 2020, quando erano 1,72, i tassi sono aumentati del 153.5%". 

I prossimi incontri di giugno, luglio e settembre del board guidato da Lagarde saranno cruciali per la stretta al credito nel vecchio continente. Considerando tutte le variabili dunque - ha dichiarato De Guindos: “la normalità risiede ancora in aumenti del costo del denaro, con il tasso di interesse di riferimento che potrebbe arrivare al 4,50% a fine settembre. Sebbene l’incremento di un quarto di punto venga considerato un passo più “colomba” che “falco”, è innegabile che sarebbe comunque un percorso aggressivo importante per l’Eurozona”.

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L’inflazione complessiva ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi rimangano intense, rileva la banca centrale europea. Al contempo, i passati incrementi dei tassi di interesse si stanno trasmettendo con vigore alle condizioni monetarie e di finanziamento nell’area dell’euro.

Sulla base di questo, le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario. Questa è la direzione preannunciata dalla Bce.

Il bollettino economico riporta nel primo trimestre 2023 il più drastico inasprimento delle condizioni di erogazione del credito bancario dal 2011, quando cioè si verificò la crisi sui debiti pubblici. Di riflesso, la domanda di prestiti dei mutui da parte delle imprese è calata ai livelli della crisi finanziaria mondiale, mentre il calo di richieste di prestiti delle famiglie è stato il maggiore dall'inizio dell’indagine nel 2003.

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