Edison, il dossier sugli stoccaggi: 650mln. Interesse di Sman, F21 e Macquarie

A metà settembre partirà la procedura di market test. Il gas naturale interessa molte imprese, la sfida è lanciata

di Redazione Economia
Nicola Monti amministratore delegato Edison
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Edison, tre cordate interessate agli stoccaggi di gas naturale. Le manifestazioni d'interesse

Con l'autunno si riapre anche la partita dello stoccaggio di gas naturale, Edison affronta il dossier dopo la pausa estiva. A metà settembre partirà infatti la procedura di market test che servirà poi, in una fase successiva, a raccogliere le eventuali manifestazioni di interesse da parte dei candidati a rilevare un pezzo di infrastruttura strategica per la sicurezza energetica del Paese. Il gruppo guidato dal ceo Nicola Monti - si legge sul Corriere della Sera - possiede infatti un hub di stoccaggio con tre concessioni a Collalto (in provincia di Treviso), Cellino (Teramo) e San Potito e Cotignola (Ravenna), per una capacità complessiva pari a circa un miliardo di metri cubi. Quanto alla valutazione, le stime circolate prima dell’estate per Edison Stoccaggio andavano attorno ai 650 milioni, sulla base di una Rab (Regulated asset base) di circa 500 milioni.

Una cifra - prosegue Il Corriere - che potrebbe avvicinare le aspettative della società italiana dell’energia controllata da Edf. Intanto, i potenziali candidati hanno avviato qualche valutazione. A partire da Snam (advisor Rothschild e Société Générale), vale a dire il campione nazionale che gestisce nove centri di stoccaggio ed è il maggior operatore del settore. Quindi l’acquirente naturale.

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Ma sul dossier si esercitano anche F21, il fondo guidato dal ceo Renato Ravanelli con la sua piattaforma dedicata alle infrastrutture (1,5 miliardi la dotazione) che ha fatto quattro investimenti, tra i quali uno proprio negli stoccaggi attraverso la Ital Gas Storage, società indipendente che gestisce il sito a Cornegliano Laudense (Lodi). In sala d’attesa ci sarebbero anche alcune utility tra le quali Iren e i grandi fondi internazionali alla ricerca di rendimenti costanti: da Goldman Sachs infrastructure a Macquarie fino al fondo con base a Parigi Infravia. Tutto dipenderà dal valore che riconosceranno all’asset.

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