Meloni d'autunno, Bruxelles taglia le stime sul Pil Ue. Trema l'Italia

Sul Pil pesano turismo e inflazione, le stime fanno scendere l'iniziale +1% di almeno un paio di decimali. Nei guai anche la Germania

di Redazione Economia
Giorgia Meloni, sullo sfondo il parlamento UE
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Ue, le stime di decrescita del Pil fanno tremare il governo Meloni. Il governo è al bivio

Non c'è pace per il governo Meloni, come se non bastassero le difficoltà relative alla manovra finanziaria con le difficoltà a reperire denaro, per la premier è in arrivo un nuovo grosso problema. Nelle previsioni dei conti che la Commissione Ue presenterà lunedì prossimo - si legge su Repubblica - le tinte saranno foschissime. Per l’Europa, per la Germania e anche per l’Italia. Sovvertendo tutte le attese ottimistiche che erano state illustrate a maggio scorso. Un documento che getterà un’ulteriore ombra di paure e sospetti sulla legge di Bilancio che l’esecutivo italiano si appresta a redigere. Se prima i "tagli" erano corposi, a questo punto dovranno essere corposissimi per rispettare gli impegni assunti con l’ultimo Def (il Documento di Economia e Finanza).

Quattro mesi fa, con una ventata di positività, - prosegue Repubblica - Palazzo Berlaymont aveva fissato la crescita del Pil europeo nel 2023 all’1 per cento. Secondo le elaborazioni degli uffici di Bruxelles (che devono essere sottoposte ancora ad un'ultima revisione e limatura), quella stima dovrebbe essere ridotta di almeno un paio di decimali. L’Italia dovrebbe subire la stessa sorte se non peggiore. A maggio scorso, infatti, il Pil per quest’anno segnava un più 1,2 per cento. Un dato che aveva fatto urlare di gioia la maggioranza di centrodestra. Ma quella cifra non è più considerata attendibile.

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Nelle interlocuzioni ordinarie tra Roma e Bruxelles, allora, la necessità di mettere a punto una manovra "prudente", come l’ha definita il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti, era già stata sottolineata e i dati sul Pil non fanno che confermare questo trend. Sono in arrivo nuovi guai - conclude Repubblica - anche per l'ex locomotiva dell'Europa, la Germania. Era quotata con un più 0,2 per cento e ora vedrà ridurre ulteriormente quella crescita. Sostanzialmente intorno allo "zero". Una situazione che si avvicina alla stagnazione se non alla vera e propria recessione. Facendo materializzare sul Vecchio Continente uno degli incubi peggior: la stagflazione, ossia recessione e inflazione alta.

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