Accordo Nexi-Fipe. Maneo: “Soluzioni per 300mila imprese”

Maneo (Nexi): “Vicini alle imprese del mondo della ristorazione, del turismo e dell’intrattenimento, con soluzioni specifiche per il loro business”

di Annamaria Duello
Luciano Sbraga (Fipe-Confcommercio) e Vanessa Maneo (Nexi)
Corporate - Il giornale delle imprese

Nexi con la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi: accordo a sostegno di 300mila imprese dei settori ristorazione e turismo

È stata annunciata oggi la sottoscrizione di un accordo strategico fra Fipe, la principale associazione di rappresentanza delle imprese della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo, e Nexi, PayTech italiana leader in Europa.

Come già anticipato stamattina, l’accordo prevede un supporto specifico per oltre 300 mila aziende socie della Federazione, che potranno accedere a condizioni agevolate a soluzioni di incasso digitali per servizi oramai essenziali, dal food delivery all’e-commerce. La partnership punta dunque a sostenere i modo concreto gli esercenti di un settore che, secondo le stime di Fipe, ha subito un grave calo dei volumi, con una perdita di 32 miliardi nel 2020 e di 24 miliardi nel 2021 rispetto al periodo prepandemico.

Per meglio comprendere le caratteristiche e gli obiettivi dell’accordo, abbiamo intervistato Vanessa Maneo, Responsabile Product Proposition & Go to Market di Nexi, e raccolto le dichiarazioni di Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio.

Nexi con Fipe, il valore dei pagamenti digitali a sostegno della ripresa

“Nel corso del 2021 Nexi ha iniziato a rivedere o riorientare le sue posizioni di vendita seguendo una logica verticale”, spiega Vanessa Maneo, Responsabile Product Proposition & Go to Market di Nexi, ad affaritaliani.it. “L’obiettivo era quello di comprendere al meglio le esigenze delle singole industrie e delle categorie merceologiche, e quindi anche quelle degli esercenti, soprattutto in un momento reso così problematico dal Covid”.

“L’accordo con Fide si inserisce in questo quadro”, continua. “Nexi vuole confermare la sua vicinanza agli esercenti del mondo della ristorazione, del turismo e più in generale dell’intrattenimento, proponendo loro delle soluzioni non generiche, ma specifiche per il loro business. Soluzioni che aiutino non solo ad accettare i pagamenti digitali, ma anche ad assolvere e semplificare una serie di attività quotidiane”.

“È il motivo per cui all’interno dell’accordo ci impegniamo a garantire anche formazione sul settore. Per tre anni il nostro obiettivo sarà quello di sostenere i vecchi e soprattutto i nuovi modelli di gestione delle attività, dando seguito a un impegno che perseguiamo già dal 2020”, anticipa Maneo, scendendo poi nel pratico: “Un esempio su tutti è la possibilità per gli esercenti di accettare pagamenti attraverso un link, che chiaramente nel periodo del lockdown è stato estremamente utile per tantissime attività. Un altro esempio è dato dalle ‘vetrine digitali’ per tutti coloro che non avevano siti, che sono diventate dei veri e propri alter ego dei negozi  fisici, costretti alla chiusura per lunghi periodi di tempo”.

“Il settore della ristorazione ha bisogno di una spinta forte per recuperare il terreno perduto in questi due anni di pandemia”, sottolinea Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio . “Per farlo è necessario contenere i costi, semplificare i processi e moltiplicare le opportunità. Nel 2022 faremo un ulteriore passaggio verso il parziale recupero delle forti perdite subite nel 2020 e prevediamo di riportare i consumi del settore intorno a 72 miliardi di euro. Un risultato importante ma ancora lontano dagli 85 miliardi di euro del 2019. I pagamenti digitali sono parte del processo di digitalizzazione delle imprese e rispondono all’obiettivo di coniugare più efficienza, meno costi e più servizi. L’accordo con Nexi è dentro questo percorso e confidiamo che possa diventare uno strumento importante per migliorare il livello di servizio e la gestione stessa dell’impresa”.

Imprenditoria post-Covid, un mondo multicanale orientato alla formazione

“La maggior parte delle imprese del settore hanno organizzato le loro attività in un’ottica multicanale”, racconta Vanessa Maneo. “Non esiste più solo il consumo in loco, ma piuttosto un modello di consumo misto: molti prevedono le prenotazioni  e pagamenti online, servizi di delivery e chat, prenotazioni online e poi ritiro sul posto. Il fenomeno di digitalizzazione dei punti vendita a volte esclude anche il bisogno di comunicazione con un addetto sul posto, e si tratta di un fenomeno che non riguarda più soltanto le grandi realtà. Questo trend, così come nei consumi, sta crescendo anche nei pagamenti, e noi dobbiamo essere in grado di fornire a tutti i livelli soluzioni efficaci e sicure”.

Tema core per Nexi degli ultimi due anni è stato la formazione. Non solo quella interna, ma soprattutto quella rivolta agli stakeholders del mercato, dagli esercenti alle pubbliche amministrazioni. L’azienda infatti ha puntato molto su accademie di formazione per settori merceologici specifici, in linea con la mission di fare cultura sulla realtà dei pagamenti digitali, in grado di portare valore aggiunto al sistema Paese.

“Al fianco delle soluzioni, per noi è fondamentale fornire un accompagnamento all’esercente, spiegandogli il valore del pagamento digitale, che non deve essere visto semplicemente come un costo, ma come un abilitatore del business”, spiega infatti Maneo.

“Nel 2022, l’idea è di promuovere la cultura dell’innovazione e intervenire con dei moduli formativi destinati agli imprenditori, che trattino non solo di pagamenti, ma di tutti i canali digitali”, conclude. “Percorsi formativi che aiutino gli esercenti a sentirsi sicuri e a non vivere le realtà dell’e-commerce come semplici accettatori di pagamento (e di fatto costi), ma come strumenti utili all’attività, un valore aggiunto necessario nella quotidianità e soprattutto nel futuro”.

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