Nuovo Fisco, ecco cosa cambia per le partite Iva. Flat tax, fusioni e acconti

Prende forma il pacchetto di nuove regole fiscali per i professionisti. Spuntano gli acconti a rate

di Redazione Economia
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Nuovo Fisco, novità importanti per le partite Iva. Le fusioni decisive

Il nuovo Fisco prende forma e sono previste novità significative specie per le partite Iva. Accanto alla riscrittura delle regole di formazione del reddito, il pezzo forte - si legge su Il Sole 24 Ore - è l’introduzione della "neutralità fiscale" per le aggregazioni professionali, che oggi sono penalizzate a livello tributario quando uno studio si unisce a una società tra professionisti (Stp). Gli esperti della commissione sull’Irpef nominati dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, si stanno orientando su un meccanismo analogo a quello già applicabile alle imprese, in base al quale tutte le operazioni straordinarie sono fiscalmente neutre. Pare accantonata la soluzione più restrittiva, che avrebbe escluso la neutralità per le operazioni regressive (come quella in cui la Stp diventa studio associato).

La rimozione delle penalità - prosegue Il Sole - per chi vuole unire le forze produrrà una spinta opposta a quella arrivata lo scorso 1° gennaio. Quando è stato elevato da 65mila a 85mila euro il limite di ricavi e compensi che permette ai titolari di partita Iva di applicare il regime forfettario. Non sono pochi, infatti, gli studi associati in cui i partner hanno scelto di operare a livello individuale per sfruttare la flat tax con il forfait al 15 per cento. I dati delle Finanze mostrano che nei primi tre mesi del 2023 il 54,4% delle nuove partite Iva ha optato per il forfettario.

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La più alta percentuale mai registrata, in aumento di quasi il 7% rispetto al 2022. Gli studi associati – insieme alle società di persone – sono in pole position per approfittare del "graduale superamento" dell’Irap previsto dalla delega (tramite l’abrogazione del tributo e l’istituzione di una sovraimposta all’Ires). Ma è tutto da vedere che in manovra ci siano risorse per avviare il taglio dell’Irap già dal 2024.

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