Terza rata Pnrr, ok al pagamento. Giorgetti, la manovra parte in salita

Le incognite sul Superbonus, il cuneo fiscale e gli extraprofitti frenano il Tesoro. In caso di mancato via libera per la rata Ue per l'Italia sarebbero guai

di Redazione Economia
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Pnrr, Comitato Ue: ok pagamento terza rata a Italia

Il comitato economico e finanziario Ue, di cui fanno parte i rappresentanti dei ministeri dell’economia e che istruisce le discussioni e le decisioni Ecofin, ha espresso consenso al pagamento della terza rata di finanziamenti del Pnrr italiano. Lo ha indicato un alto funzionario coinvolto nelle discussioni. La decisione formale sarà presa dai ministri.

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Il governo studia da tempo la prossima manovra di bilancio, ma in concreto solo oggi il ministro Giorgetti comincerà la procedura di validazione del quadro economico, proprio nel giorno in cui sono attese altre due importanti decisioni. La Commissione Ue, infatti, - si legge sul Corriere della Sera - diffonderà le nuove previsioni sull'andamento dell'economia e della finanza pubblica dei 27 Paesi Ue. E sempre nella giornata odierna l'Ufficio Bilancio di Bruxelles prenderà una decisione sul versamento o meno della terza rata del Pnrr all'Italia. Due aspetti chiave in vista della faticosa Legge di Bilancio che attende l'esecutivo Meloni. L’altra incognita sono i bonus edilizi, con la spesa che cresce ogni oltre previsione. Il Tesoro si aspetta che Eurostat confermi il criterio di contabilizzazione per il quale l’intera spesa relativa ai crediti di imposta si sconta sull’anno in cui matura il diritto alla detrazione.

Lo stesso criterio che ha gonfiato i deficit del 2021 e del 2022, e che il governo vorrebbe applicare anche sul 2023, con la possibilità di scaricare la spesa sui conti del ‘23, sgombrando gli impegni dei prossimi anni. Il deficit - prosegue Il Corriere - salirebbe ben oltre il 4,5% previsto, ma "una tantum". Il parere potrebbe arrivare in tempo utile per consentire a Istat di applicarlo, il 22 settembre, nella diffusione dei dati su deficit e debito del 2022. Solo allora il governo avrà tutti gli elementi per impostare la manovra, per soddisfare le esigenze della maggioranza servirebbero almeno 25-30 miliardi, per stipendi, pensioni, famiglie, natalità, bonus benzina (un provvedimento potrebbe esserci già in settimana).

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La Cgil chiede molto di più, e si prepara a consultare iscritti e non senza escludere uno sciopero generale. Restano sul tavolo del Tesoro altre due questioni chiave legata alla manovra. Una riguarda la tassa sugli extraprofitti alle banche, il governo dovrà decidere come intervenire, se tirare dritto come vorrebbe Meloni o modificare la norma in Parlamento con la conseguenza di avere meno risorse a disposizione per aiutare le famiglie più in difficoltà e i lavoratori. Il governo punta forte sul taglio del Cuneo Fiscale, l'idea è quello di renderlo una norma strutturale ma serviranno parecchi fondi e le casse dello Stato al momento sono vuote, si stimano 8,5 mld di risorse rispetto ad un fabbisogno di almeno 30. Il governo dovrà fare delle scelte.

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