Anguria, torna la regina della tavola estiva. Ma i prezzi non sono così dolci
Boom di vendite tra meloni e cocomeri. Intanto si alzano i prezzi e scarseggiano le forniture. Ecco i motivi
Boom di angurie e meloni, con il caldo esplodono le vendite ma aumentano i prezzi: ecco perchè
Con l'arrivo del caldo torna, immancabile, sulle tavole degli italiani, la protagonista indiscussa dell'estate: l'anguria. Il frutto, così come il melone, è infatti molto rinfrescante, dissetante e ipocalorico. Aumentano quindi anche le vendite e le richieste, innescando un vero e proprio boom. Lo scrive il sito ItaliaFruitNews, che riporta le parole dei grossisti al centro agroalimentare di Rimini.
Giampiero Perla, titolare di una delle aziende all'ingrosso presente nella struttura mercatale, dichiara: "Per angurie e meloni sta andando molto bene: la richiesta è aumentata in modo consistente e, considerati i volumi disponibili scarsi, anche i prezzi sono in risalita di circa 0,20 euro al chilogrammo rispetto alla scorsa settimana". Le angurie, al momento, vengono vendute nella fascia prezzo 1/1,20 euro al chilogrammo mentre le mini angurie viaggiano su 0,75/0,80 euro al chilogrammo.
Ma anche i meloni non se la passano male. Per quanto riguarda la variante liscia, la fascia di prezzo è di 1,60/1,80 euro al chilogrammo, mentre il retato raggiunge anche 1,80/2 euro al chilogrammo. "Su quest'ultimo prodotto - spiega Perla - attendiamo aumenti per i prossimi giorni, considerati i volumi disponibili sempre più scarsi. Lo stesso problema lo stiamo riscontrando anche per le angurie: per metà settimana prevedo sempre meno prodotto disponibile e un aumento del prezzo".
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Insomma, l'impennata delle vendite mette in crisi la disponibilità stessa dei prodotti, andando a influire (negativamente) anche sul prezzo. Un circolo vizioso per tutti quei consumatori che non hanno voglia di accendere i fornelli d'estate e preferiscono, a un piatto di pasta, un pranzo leggero a base di frutta e verdura fresca.
Inoltre, i volumi sono scarsi anche a causa del maltempo che, soprattutto nelle ultime settimane, ha devastato intere regioni. A questo proposito, sottolinea il grossista, "il buco produttivo non potrà essere rimpiazzato dal prodotto estero, considerati i livelli qualitativi no in linea con le richieste italiane. I prodotti esteri sono destinati principalmente alle richieste dei mercati del nord Europa ma non accontenterebbero i consumatori italiani". Per quanto riguarda il resto della frutta estiva, stanno avendo molta richiesta anche le ciliegie, le nettarine locali e le albicocche.