Lombardia, Bolognini: “Il governo Fontana resta un modello”

Campagna elettorale lombarda in sordina? Per il leghista Bolognini "c'è entusiasmo attorno a Fontana ed al centrodestra". L'intervista

Alessia Liparoti
Stefano Bolognini
Milano

Lombardia, Bolognini: “Il governo Fontana resta un modello”

Nonostante le definisca “elezioni un po’ in sordina” Stefano Bolognini, assessore leghista allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione di Regione Lombardia, si dice soddisfatto della campagna elettorale del centrodestra e della fiducia che il “modello Lombardia” riscuote tra i cittadini, anche riguardo alle politiche giovanili.

In questa intervista per Affaritaliani.it Milano analizza l’importanza della sinergia con il governo centrale che accelera alcune importanti opere (si veda l’annuncio del ministro Salvini dell’inaugurazione della nuova tratta della M4 il 30 giugno) e della coesione tra gli alleati celebrata al Teatro Dal Verme.

Sulle polemiche, inclusa l’ultima lanciata sulle case popolari dalla consigliera Pd Carmela Rozza e dal candidato del centrosinistra Majorino, minimizza: “solo strumentali, a fini elettorali”.

Assessore Bolognini, siamo alle battute finali di questa campagna elettorale. Che giudizio ne dà finora?
È una campagna con un riscontro molto positivo nei confronti di Attilio Fontana e del centrodestra. Sono elezioni alle quali si sta arrivando un po' in sordina, ma le persone e le realtà che incontrano Fontana, gli assessori e i rappresentanti del centrodestra manifestano entusiasmo, soddisfazione ed apprezzamento

Quali sono gli aspetti e i temi che emergono maggiormente?
C'è soddisfazione verso un modello di Governo che ha permesso alla Lombardia di uscire dall'emergenza Covid: la Regione più colpita in Italia è tornata ad essere rapidamente la prima Regione del Paese da tutti i punti di vista.  Investimenti, attività, infrastrutture. Questo ci dice in maniera chiara che il nostro modello di Governo, assieme a società civile e cittadini, porta a vedere la Regione come un punto di riferimento e quindi ad apprezzare l'esperienza del centrodestra, alla guida di Regione da tanti anni, ed in particolare di Fontana.

La compattezza del centrodestra è emersa nella manifestazione di ieri: è stata anche un momento per fare sintesi?
Non c'è un evento, non c'è un momento della campagna elettorale, iniziativa o atto amministrativo in cui il centrodestra non abbia trovato sintesi e coesione. Infrastrutture,  sanità,  giovani, sport, ambiente. Il programma è sempre stato condiviso e realizzato. L'unica persona che, di punto in bianco, si è svegliata contestando anche quello che lei stessa aveva fatto è Letizia Moratti.  Mentre Majorino prende posizioni molto estreme e radicali, che non sono quelle del centro che guarderebbe al Pd. Mi sembra quindi che le altre coalizioni abbiano le loro contraddizioni. Ma sono affari loro. Quello che a me piace dire è che la coalizione di Attilio Fontana, i partiti che hanno governato da tanti anni in Lombardia, ancora una volta si trovano coesi, uniti e certi di poter far bene.

C'è stata una polemica sollevata dagli avversarsi o una accusa che vi ha infastidito più di altre?
Di fatto, nessuna. Perché erano soltanto strumentali a fini elettorali. Certo, dobbiamo migliorare la sanità, ma già oggi la sanità lombarda è la prima del Paese. Stesso discorso sulle infrastrutture. Siamo i primi del Paese, ma dobbiamo migliorare. Questo è lo spirito lombardo. Il Covid sicuramente ha rallentato alcuni territori e anche l'attività dell'amministrazione. Ma grazie al lavoro della Giunta e degli assessori siamo usciti dalla fase di emergenza. E abbiamo ripreso a pieno ritmo.

Anche grazie al Piano Lombardia...
Una sorta di Pnrr lombardo con 4,5 miliardi di interventi a favore delle pubbliche amministrazioni, e che ha permesso a moltissimi comuni di migliorare ed efficientare strutture e infrastrutture pubbliche, asili, scuole e strade pubbliche.  Anche a Milano, Regione ha contribuito con un contributo di 55 milioni di euro, di cui 20 milioni proprio grazie al piano Lombardia, al grande campus del Politecnico in Bovisa che ospiterà aule, laboratori, start up, impianti sportivi, servizi per gli studenti.

La sinergia anche con il governo centrale può accelerare alcuni processi. Pensiamo all'annuncio di Salvini dell'inaugurazione della M4 già il prossimo 30 giugno.
È chiaro che avere i ministri con lo stesso orientamento dell'amministrazione regionale permette di efficientare molti percorsi e molte iniziative amministrative. Salvini è il ministro del sì, così come Attilio Fontana è il presidente del sì. Pedemontana, Vigevano-Malpensa, collegamento su ferro tra Orio e Bergamo, Villaggio olimpico: c'è una piena sintonia rispetto al voler fare, al voler migliorare le connessioni, le infrastrutture, a voler migliorare la Regione e il Paese e a creare indotto.

Non così se al governo ci fosse qualcun altro?
Guardando a M5S o sinistra radicale, molte volte ha prevalso il no e prevale ancora oggi. Le Olimipiadi ci sono grazie ad Attilio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Luca Zaia. Sala e Appendino avevano un'idea diversa e questo va riconosciuto.

A proposito di Olimpiadi, che cosa porteranno alla Lombardia?
Saranno davvero una leva importante di crescita, di attrattività, di marketing, di indotto e di infrastrutture. Sarà una iniziativa rivoluzionaria in senso positivo, come l'Expo.

Con gli altri ministri leghisti come sono i rapporti?
Pensiamo a Valditara: ora abbiamo un ministro che parla la nostra stessa lingua, che vuole ridare dignità alla scuola pubblica e che comprende anche il valore delle scuole paritarie. Concetto che è nel dna di Regione Lombardia. Poi Alessandra Locatelli, e la sua attenzione al mondo della disabilità. Calderoli e l'autonomia: abbiamo portato il decreto in consiglio dei ministri. Un'altra rivoluzione positiva per il Paese che non è stato possibile realizzare con altri ministri. Ed ancora Giorgetti che parla la lingua delle aziende lombarde e del Paese. E questo è fondamentale. Oggi abbiamo ministri moderni, europei, concreti. E lavorare con loro è facile.

Parliamo di case. Oggi Carmela Rozza ha lanciato accuse rispetto ai costi che devono sostenere i condomini delle case Aler, sostenendo che il tema è usato dalla Giunta lombarda in modo strumentale. Che cosa risponde?
Regione Lombardia ha investito oltre 40 milioni di euro per neutralizzare gli aumenti delle bollette e del riscaldamento. Le bollette resteranno in linea con lo storico. Regione con un sacrificio è riuscita a intervenire. E qui è opportuna una puntualizzazione.

Quale?
La manutenzione degli stabili Aler spetta a Regione, che vi ha investito fondi del Pnrr. Mentre la manutenzione degli stabili del Comune di Milano spetta ad MM. E ancora: Aler è proprietaria delle case, mentre MM fa solo manutenzione. Alle necessità di Aler risponde Regione, a quelle di MM risponde il Comune. Il Comune di Milano può - se vuole - intervenire trovando risorse di bilancio a favore degli inquilini delle case MM, come Regione Lombardia ha saputo fare con gli inquilini Aler. Amministrare significa avere delle prerogative, ma anche la responsabilità delle scelte. Regione ha scelto con buon senso di andare incontro alle necessità delle famiglie delle case Aler che potevano avere delle difficoltà nel pagamento delle bollette.

Veniamo al tema che la riguarda più da vicino: quello delle politiche giovanili. Quali sono  le ulteriori proposte a riguardo della coalizione? E come, in particolare, attrarre giovani e fare sì che possano costruire il proprio futuro in Lombardia?
Attraverso la legge regionale per i giovani e una serie di interventi, Regione ha cercato di agevolare la vita dei ragazzi, sia quelli nati in Lombardia sia quelli che per motivi diversi, di studio o di lavoro, vengono qui.  E stiamo riscontrando molto spesso risultati assolutamente positivi anche rispetto alla dote scuola e a tanti altri interventi messi in campo. Stiamo promuovendo una serie di iniziative di housing e sulle residenze universitarie dialogando con gli atenei. Molto abbiamo fatto in termini di inclusione,  partecipazione e protagonismo giovanile, anche e soprattutto nei quartieri periferici.  E su questo faccio una provocazione.

Prego.
Quello che noi portiamo in dote è un modello innovativo: non vedo altre esperienze simili. Anche sul fronte del disagio giovanile: nessuno ha la bacchetta magica, ma possiamo dire con orgoglio che in molte situazioni siamo stati in grado di attivare progetti e percorsi, legati magari alle arti, allo sport, alla prevenzione, che hanno realmente portato ad un reale coinvolgimento

Qualche esempio specifico?
Penso al lavoro assieme al Telefono Donna, uno dei progetti più belli che abbiamo finanziato e che prevede la presenza di psicologhe qualificate nelle scuole. Attraverso tale attività alcune ragazze si sono aperte e hanno iniziato un percorso, trovando anche il coraggio di aprirsi con le proprie famiglie, a loro volta coinvolte. È stato possibile mandare un messaggio positivo ai giovani,  raccontando e sostenendo progetti concreti.

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