Marine Le Pen sul palco di Pontida. Salvini recupera gli antichi valori

Ha fatto bene Salvini ad invitare alla riunione di Pontida di domenica prossima Marine Le Pen, la “madame”: si riaprono i giochi europei

Di Giuseppe Vatinno
Marine Le Pen e Matteo Salvini
Politica

Salvini ha 25 deputati europei e la Le Pen 19, costituendo così i due gruppi più numerosi

 

Ha fatto bene Salvini ad invitare alla riunione di Pontida di domenica prossima Marine Le Pen, la “madame”, leader del partito Reassemblement national, con cui milita insieme nel gruppo europeo “Identità e Democrazia”, guidato da Marco Zanni. Salvini ha 25 deputati europei e la Le Pen 19, costituendo così i due gruppi più numerosi.

Invece Giorgia Meloni è presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei e Forza Italia fa parte dei Popolari Europei.

Come si vede si tratta di tre famiglie politiche diverse che restituiscono il quadro dei vari centro – destra e continentali.

Ma mentre il peso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo è prettamente tattico, a causa del suo basso valore relativo, quello di Lega e Fratelli d’Italia è strategico per guidano i loro gruppi.

Detto questo per capire un po’ i numeri in gioco, appare abbastanza fuori contesto la doglianza di Tajani sulla scelta di Salvini. Dice il ministro degli Esteri che la Lega è libera di scegliere l’alleato che vuole e ci mancherebbe, come lo è Forza Italia. Ma il legame tra Salvini e la Le Pen è di lunga data ed ha un valore storico e fondativo, oltre che evocativo. A tal proposito ripropongo una intervista che feci nel 2016 a Marion Le Pen, nipote della leader francese che era in visita a Roma.

Meraviglia dunque la meraviglia di Forza Italia per una scelta che per Salvini non solo è obbligata ma è anche fondamentale in un momento in cui Fratelli d’Italia ha dovuto necessariamente frenare e spostarsi al centro per governare. Ma se la Washington democratica non ha mai entusiasmato gli elettori di centro – destra (al contrario di quella repubblicana di Donald Trump che potrebbe presto tornare) figuriamoci quella burocratica di Bruxelles che decreta sulla lunghezza dei cetrioli e dei preservativi.

Ed è per questo che la Lega ha vaste praterie a destra di Fratelli d’Italia che cerca il contatto con il PPE e rischia però di restare col cerino in mano causa innamoramenti tattici di Manfred Weber con i socialisti.

C’è un elettorato critico e insoddisfatto che non si riconosce più nei valori ora inevitabilmente moderati di Giorgia Meloni. Il suo atlantismo è considerato il prezzo da pagare al potere. Detto questo non si può certo impedire alla Lega di recuperare i suoi spazi naturali, il suo humus intellettuale, la sua primigenia ragione di esistere nella indipendenza e nella libertà dei popoli. Si tratta anche di una dimensione simbolica che affonda le sue radici nella ampolla d’acqua pura della fonte del “Dio” Po, il rito che svolgeva Umberto Bossi ad ogni inizio di anno equinoziale.

La Lega ha una sua fisionomia storicamente diversa da quella della destra tout court e soprattutto degli attuali alleati moderati per scelta (FI) o per necessità (FdI). Quindi domenica prossima, nel verde smeraldo delle Prealpi, ripartono i giochi europei e ognuno di gioco farà il suo, complice il sistema elettorale puramente proporzionale e questo non significa certo indebolire la coalizione di centro – destra come qualche dolente ministro vorrebbe far credere.

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