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Covid, cresce l'allarme sul mix vaccini: 1,8% in più di reazioni gravi. STUDIO

di Antonio Amorosi

Il mix vaccini non comporterebbe problemi di sicurezza. Ma l’esperto israeliano Shahar e lo studio di The Lancet fanno sorgere più di un dubbio

Chi deve fare il richiamo di AstraZeneca può farsi inoculare un altro vaccino? Il mix di vaccini da usare per gli under 60 anni in Italia resta il tema d’attualità, dopo la sospensione di AstraZeneca (poi rinominata Vaxzevria) in seguito alla morte della diciottenne Camilla Canepa.

Gli studi clinici garantirebbero la sicurezza. Anche Aifa, Agenzia italiana per il farmaco, ha dato l’ok a fronte di un calcolo costi/benefici. Ma qualcuno ha letto nel dettaglio la spiegazione di Aifa?

“A fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale”, scrive Aifa il 14 giugno, “ottenuta con la prima dose, suggestivo di un effetto booster, il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria [AstraZeneca, ndr] e seconda dose con Comirnaty [Pfizer/BioNTech, ndr]), ha presentato un profilo di reattogenicità che, seppure caratterizzato da una maggiore frequenza in termini di effetti collaterali locali e sistemici di grado lieve/moderato, è apparso nel complesso accettabile e gestibile”. Tradotto con il mix di vaccini ci sono più effetti collaterali ma lievi e moderati. La strada quindi è percorribile.

“Sulla base di questi studi”, spiega Aifa che cita due ricerche, “si ritiene che i dati disponibili possano supportare l’utilizzo del vaccino Comirnaty e, per analogia, del vaccino Moderna, come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria”.

Il primo studio citato da Aifa, a firma di Robert H. Shaw più altri ricercatori, è stato pubblicato su The Lancet e dice che “non ci sono stati ricoveri per sintomi sollecitati”. Il secondo studio, a firma di Alberto M. Borobia più altri ricercatori, “Reactogenicity and Immunogenicity of BNT162b2 in Subjects Having Received a First Dose of ChAdOx1s: Initial Results of a Randomised, Adaptive, Phase 2 Trial”, è sempre stato pubblicato su The Lancet ed entra nei particolari, osservando che con il mix di vaccini a fronte di una risposta immunitaria più alta le reazioni avverse riscontrate, lievi o moderate, ammontano al 98,2%. Scrivono: “È stato anche osservato un aumento di 4 volte della risposta immunitaria cellulare. Le reazioni sono state prevalentemente lievi (68,3%) o moderate (29,9%)”. 68,3%+29,9% fa 98,2%. Resta un 1,8% di reazioni avverse gravi.

Quindi mixando i vaccini si ha un aumento dell’1,8% di reazioni gravi. Queste dovrebbero essere sommate in qualche modo alle reazioni avverse che già i vaccini danno di per sé. Secondo lo studio “Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine”, pubblicato a dicembre del 2020 sul prestigioso The New England Journal of Medicine e riportato dal National Library of Medicine (NLM), “un effetto severo è stato osservato in circa il 4% dei destinatari di BNT162b2 (il vaccino BioNTech e Pfizer)”. Quindi quando mixiamo i vaccini abbiamo un 1,8% di reazioni gravi e un 4% di reazioni severe, anche se il rapporto costi/benefici fa propendere per fare il mix.

Se alcuni Paesi nel mondo hanno intrapreso questa strada del mix, Arnon Shahar, responsabile della campagna vaccinale in Israele, in un'intervista a Quotidiano Nazionale si è pronunciato in modo nettamente negativo: “Mixare i vaccini è una scelta che al momento andrebbe presa solo in condizioni disperate. Sarebbe ragionevole solo se ci fosse un'impennata di casi, non ci fossero abbastanza dosi per proteggere i cittadini e non ci fosse altra scelta. Non ci sono studi sufficienti sulla cosiddetta 'eterovaccinazione’. Per ora è meglio eseguire il richiamo con lo stesso siero”. Per Shahar che con l’uso di Pfizer non ha notato in Israele reazioni avverse significative “procedere per tentativi non è mai la soluzione”.

Il dubbio resta e si amplifica se non per partito preso osserviamo oltre queste analisi i numeri dei contagi e dei morti nei quasi 2 anni trascorsi.

In Italia morti a settembre dell’anno scorso (2020) erano complessivamente 35.875 da inizio pandemia, quando oggi dopo le nuove ondate sono diventati 127.101. I contagi a settembre del 2020 erano 313.011, oggi sono 4.247.000. Guada qui e il grafico.

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In entrambe le estati la progressione delle due voci si è ridotta notevolmente. Ma qualcosa nell’analisi ci sfugge. E l’effetto dei vaccini sembra ancora incerto. Probabilmente potremmo osservarne il senso e con maggiore ponderazione ad ottobre.

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