Affari di Genio
Riuscire nella vita e nelle relazioni
Due ragazzi...
Uno vorrebbe mollare. L'altro continuare, senza smettere mai di studiare.
Uno desidera guardare al futuro senza più sentirsi giudicato. L'altro non vede l'ora di misurare la propria preparazione.
Uno adora continuare ad approfondire ciò che ha imparato a conoscere; l'altro vorrebbe non aver cominciato mai.
Lo studio, osservato da punti di vista diversi, può essere arricchimento oppure sofferenza.
Come sempre a fare la differenza siamo noi.
Sta a noi infatti capire cosa non funziona della cassetta degli attrezzi di cui ci siamo dotati, per riuscire nella vita. Alcuni sono convinti che quella cassetta non esista. Non vi appaia tracotante ed ingiurioso il paragone: ma ci sono ragazzi che sentono di poter riuscire nella vita e nelle relazioni, perchè quanto hanno acquisito nella quotidianetà e attraverso la famiglia li ha persuasi di disporre di tutti gli strumenti per arrivare dove desiderano. Altri invece, dimenticati davanti alla TV o ad un cellulare, sono pervasi dal loro vuoto; attraversati da una solitudine che li deprime e li allontana dall'autentiticità dei loro sentimenti e dei loro sogni.
E li trasporta in un mondo collaterale, proiettivo, superficiale e artificiale dove le relazioni si dematerializzano e si consumano lentamente in un'anaffettività che uccide, che stupra, che violenta le anime.
E se ci occupiamo di deteriorare la anime dei nostri ragazzi convincendoli che si possa addomesticare un'anima, che si possa possedere con la protervia l'altro da sè, è perchè li abbiamo allontanati dai libri, dallo studio, dalla cultura come crisalide e poi come fiore che messe le radici genera il bene, ovvero l'amore. L'amore per il sapere, l'amore per la voglia di crescere che è l'arma in possesso di ognuno per governare la propria vita nella direzione della felicità
Bisogna tuttavia abbandonare l'idea che solo il possesso declini l'autenticità di una personalità e che solo l'acquisto o la conquista di un bene, attraverso la rabbia, costituisca un volano per la felicità.
La famiglia e la scuola sono i luoghi in cui si dispiega la possibilità di forgiare alla dignità e alla coscienza le anime dei nostri figli. Dotandoli della consapevolezza che non sono incapaci quando sbagliano, ma quando non sbagliano. Che l'errore fa parte dell'esistenza, per imparare a rispettare se stessi prima che l'ansia di vita si trasformi in rabbia cieca e nell'incapacità di amare.
Se l'unica strada che mostriamo ai nostri ragazzi è il consumo, tracceremo il solco per avere solo degli onanisti del possesso.
Privandoli dell'amore per la conoscenza, nella convinzione che lo studio corrisponda solo al giudizio, ai voti, alla pagella, e non alla passione verso lo studio stesso, li prepariamo all'idea che nella vita possedere qualcosa significhi avere il diritto di stuprare gli altri e in ultima istanza la propria anima.
Invece studiare significa passare attraverso, lasciare che si depositino dentro di noi i germogli del futuro. Diventare "Genio", per noi ricalca lo stilema leonardesco. Osservando la Gioconda si rileva per metà la presenza di un volto maschile e per metà di un volto femminile. Mettere insieme le diverse identità, le nostre diversità, consente di definire l'unicità del nostro modo di essere individuale.
Non cogliere questa opportunità, che nelle aule di Genio in 21 giorni si coltiva, significa perdere l'opportunità di essere: fortificando la nostra anima. Un po' il mondo all'incontrario: contestare la diversità di ognuno, significa privarci della nostra essenza più profonda, della nostra vera arma. Che sono i libri e non gli AK 47, o gli F-16
Max Rigano