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Aurora? Presidente onoraria. Un dislike al direttore della Nazionale Cantanti

L'opinione di Gabriele Di Marzo

L’estremismo è sempre deleterio perché annacqua l’essenza di ogni battaglia

Mia nonna diceva sempre, citando un detto antico, che ‘dalla tavola non si cacciano neanche i cani’. Lo diceva in dialetto e vi assicuro che rende ancor meglio. Ci ripenso spesso, non solo per il mio profondo affetto per gli animali domestici, ma perché è talmente vero che la notizia di Aurora Leone mi è sembrata, ammetto, quasi uno scherzo. 

L’ho letta stanotte, con un occhio e mezzo chiuso. Pensavo di aver letto male, ma stamattina Twitter era un turbinio di Hastag, tutti in trend topic.

Ho sperato, vagamente, fosse un modo strano e discutibile, ma in quella chiave anche con un pizzico di logica follia, per dare visibilità alla celebre Partita del Cuore, evento di beneficenza che stasera andrà in onda per la prima volta sulle reti Mediaset. 

Invece no, è tutto profondamente e tristemente vero. Aurora Leone invitata ad allontanarsi dal tavolo conviviale che ospitava gli artisti della Partita del Cuore, solo perché donna. Solo perché donna. E se non fosse chiaro: solo perché donna. 

Qualche giorno fa, sulla vicenda di Rula Jebreal e Propaganda Live, scrissi che l’estremismo è sempre deleterio perché annacqua l’essenza di ogni battaglia. Lo penso e lo sottolineo ancora. Ma l’estremità condita di idiozia, in questa vicenda, l’ha toccata chi ha mandato via Aurora. Chi l’ha messa alla porta solo perché una donna, secondo lui, non avrebbe potuto giocare a calcio. Perché una donna, secondo lui, il completino lo può si indossare, ma solo in tribuna. 

Che poi sarebbe come dire: tu il costume lo puoi indossare, ma solo sul tuo terrazzo. Non puoi andare in piscina, al mare o dove vuoi. Che già la locuzione puoi, quasi di benevola  concessione, farebbe incazzare un permaloso come me. Ma forse io sono troppo, e in questo lo ammetto, anche estremista. È così difficile essere più gentili? Non far passare ogni locuzione per gentile concessione? Ma concessione di che? Avrà il diritto di fare come meglio crede? Avrà diritti una donna di essere semplicemente una donna anche in uno sport come il calcio? Sport che vede la presenza di nazionali e club  femminili di tutto il mondo. 

Siamo nel 2021, usciamo gradualmente, si spera, da una pandemia con milioni di morti in tutto il mondo, crisi economica ed esistenziale, ma forse non abbiamo ancora visto tutto. Perché è sempre vero il teorema per il quale dopo il fondo c’è chi continua a scavare. E non contento annuncia, trionfalmente, di poter continuare ancora senza alcun limite. In questa triste vicenda Gianluca Pecchini ha scavato alla grande. Si è messo d’impegno, salvo poi scusarsi e dimettersi. Il minimo che potesse fare, poco fa, dopo ore di tam tam mediatico. Dopo ore di presunte e pindariche giustificazioni. 

Il mio dislike stavolta va a lui, ed è un grande pollice in giù. Solo per estrema educazione. Va a Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Cantanti, perché solidarietà e beneficenza non hanno sesso, razza o qualsivoglia altra cosa. Perché nessuna direttrice generale di una fantomatica nazionale artisti di pallavolo, avrebbe mai prima invitato e poi messo alla porta Eros Ramazzotti (uno dei pochi, tra le altre cose, che ha deciso di non scendere più in campo stasera), solo perché uomo, solo perché la pallavolo nell’immaginario comune potrebbe essere uno sport più tendente al rosa. Nessuna lo avrebbe fatta. A nessuna andrebbe fatto! 

Una brutta pagina, quella di ieri sera, in un contesto di beneficenza che da decenni fa del bene salvando vite. Un ultimo appello ad Enrico Ruggeri, presidente della nazionale cantanti: faccia presidente onoraria Aurora Leone. Non so se davvero sappia tirare due calci ad un pallone, ma questo poco importa. Sicuramente ha un coraggio da vendere, e questo si che conta. Ed anche quello di non ‘cacciare neanche i cani’ come avrebbe detto mia nonna. Che è poi il primo e vero principio di ogni forma di solidarietà.