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Di Maio che chiede scusa a Uggetti è positivo ma serve riformare la giustizia

Per chiedere scusa serve anche coraggio. Se poi le scuse sono politiche, fatte da politici ad altri politici, allora il coraggio è in dose doppia, forse tripla
Oggi Luigi Di Maio, da ore in trend topic su Twitter con #dimaio, ha scritto una lettera a ‘Il Foglio’ indirizzandola al direttore Cerasa, nella quale chiede scusa per la gogna mediatica che, qualche anno fa, lui e i 5stelle hanno riservato a Uggetti ex sindaco di Lodi. Allora arrestato, dopo 5 anni prosciolto perchè il fatto non sussiste. Dieci giorni a San Vittore, venticinque ai domiciliari. Tanto per cominciare dall’antipasto. E poi il resto, quello che forse fa più male: gogna mediatica da ogni dove, grillini in primis, ma anche carta stampata e hater. È come una bufera di neve, un temporale emotivo che sconvolge la vita. Ma questa è cosa nota. Le scuse odierne sono una sorpresa. Positiva, dal mio punto di vista. Positiva ma non esaustiva. Per niente.
Dopo le scuse serve una riforma. Una riforma della giustizia che non sia partigiana e non abbia nessun colore politico. Ma anche per quella serve coraggio, grande coraggio. E tanta trasversalità condita di imparzialità. Perchè le scuse di Di Maio, tra qualche ora, faranno poca notizia. Saranno forse fonte di dibattito interno e regolamento di conti dai quali anche il MoVimento non è immune. Ma domani sui giornali leggeremo di indagini o addirittura misure cautelari nei confronti di qualche sindaco, sicuramente in prima pagina. Non leggendo solo i titoli, ci accorgeremo che altri sono stati assolti, sicuramente a pagina 25 in basso a destra.
E forse ci accorgeremo che una vera riforma della giustizia in senso garantista è solo un primo passo di un lungo e tortuoso cammino. In una bufera di neve e vento che oggi vede un piccolo spiraglio di sole nelle scuse di Di Maio. E chi lo avrebbe mai detto, solo cinque anni fa. Solo tre anni fa, da Bibbiano in poi.
Il pollice giù, il dislike, stavolta va a coloro che non hanno il coraggio dell’errore. O meglio, a coloro che bon hanno il coraggio della scusa dopo l’errore. A tutti coloro che hanno crocifisso, solo cinque anni fa, l’ex sindaco di Lodi salvo poi, due giorni fa, non chiedergli scusa. Perchè il teorema dei giustizialisti è piuttosto semplice e finanche contrario ai principi costituzionali: sei colpevole fino a prova contraria.
Sembra un dicotomia, ma è così. Il teorema principale dei giustizialisti è contrario ai valori della nostra carta costituzionale.
E quando la prova contraria arriva, non hanno mai tempo di leggerla. Perchè nel frattempo ci sono nuovi presunti colpevoli da crocifiggere e massacrare in prima pagina. Che solo una condanna, piccola o grande che sia, gli darà diritto ad una nuova prima pagina. Con l’assoluzione, invece, il solito inosservato trafiletto. Che solo le scuse postume di un politico trasformeranno, per l’ex imputato, in piccola e tarda soddisfazione. Ma maglio tardi che mai. Forse.