Dis Like

Tajani e la famiglia senza figli? Sapesse la storia della signora Gisella...

L'opinione di Gabriele Di Marzo

Il ‘Dislike’, il pollice inverso, va ad Antonio Tajani. Ecco perché

C’è un teorema che fa cassazione: ogni volta che un politico dice un’evidente cavolata la colpa sarà sempre degli altri che hanno interpretato male. Anche se gli altri sono, praticamente, tutti gli altri. Tutti appunto, tranne lui, interpretano le stesse parole allo stesso identico modo. 

Anche chi dovrebbe, per partigianeria, difenderlo. Proprio loro scelgono, graziandolo, di ignorarlo. Che poi è la cosa peggiore che possa capitare ad un politico, coordinatore nazionale di quello che fu un grande partito. Essere ignorati nel panorama politico è peggio che essere attaccati. Semplicemente perché la stima non solo è zero, ma ha evidentemente raggiunto temperature artiche. 

È il caso di Antonio Tajani, e la cosa mi ha sorpreso. #Tajani si è guadagnato la medaglia d’oro dei trend topic su Twitter affermando che ‘la famiglia senza figli non esiste’. Ma è stato frainteso, dice lui.  

All’inizio l’ho pensato anche io. Prima di aver visto i due minuti di quelle conferenze stampa che sanno di vecchi partiti. E le parole sono state proprio quelle di cui sopra. Letteralmente. 

Ho pensato subito alla signora Gisella, mia vicina di casa dei recenti tempi universitari. 

Una vita per gli altri, con il peso, mai manifesto, di non poter avere figli. Eppure con l’anziano marito per anni sono stati la famiglia di noi giovani studenti. Perché l’altro teorema è ancor più vero del primo: famiglia è dove c’è amore. E per loro noi eravamo un po’ tutti figli, lontani centinaia di chilometri dai nostri genitori, dal nostro paese, dai nostri amici. 

Avere un figlio è una fortuna, non un dovere. È anche un diritto, ma mai una imposizione. Accarezzare e proteggere una nuova vita, stringere tra le braccia il frutto di un amore, non è però l’unica formula possibile di amore. L’unicità è dicotomica rispetto alla visione liberale di cui Tajani dovrebbe, a questo punto il condizionale è d’obbligo, essere portavoce. L’unicità non è mai libertà, piuttosto costrizione. I liberali non hanno più un partito, si diceva tempo fa, perché alla fine siamo diventati tutti liberali. Comincio a nutrire dubbi legittimi. 

Liberale è garantire pari dignità a chi figli non può avere. Liberale è il rispetto di chi, consapevolmente, decide di non assumersi questo onere ed onore. 

Umana è invece una carezza a quel genitore che nel cuore della notte, riceve la drammatica telefonata che non dimenticherà mai più: quella che annuncia la fine della vita del proprio figlio. Umano è l’abbraccio ad una giovane donna che deve scegliere tra due vite: la propria o quella della bambina che porta in grembo. Umano è il pianto di un uomo che mai potrà diventare padre. 

Il ‘Dislike’, il pollice inverso, stavolta va ad Antonio Tajani. Perché, se dovessi mai avere un figlio, gli racconterò la storia di Gisella e Umberto. Quella coppia senza figli naturali, con una incredibile capacità di adottare amorevolmente tanti altri figli. Quella coppia senza figli che, per me e molti altri, era semplicemente amore. Era semplicemente famiglia.   

Anche se Tajani non è d’accordo. Gli altri per fortuna si, tutti gli altri. Anche, o soprattutto, quelli che lo hanno ignorato.

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